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Lavoro: consulenti, staffetta generazionale con taglio sprechi pensioni

Proposto “modello equilibrato sotto profilo finanziario”.

Lavoro: consulenti, staffetta generazionale con taglio sprechi pensioni
26 giugno 2014 | 15.34
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“Con piccole modifiche si può attivare un’efficacissima staffetta generazionale. La nostra proposta è equilibrata sotto il profilo finanziario, perché si finanzia andando ad eliminare tutti i privilegi che oggi sono presenti nel sistema pensionistico”. Così Enzo De Fusco, coordinatore scientifico della Fondazione studi dei consulenti del lavoro, spiega a Labitalia la proposta dei consulenti del lavoro sulla staffetta generazionale, presentata oggi in occasione dell’8° congresso nazionale dei professionisti in corso a Fiuggi. La proposta è contenuta in ‘Leggi di lavoro’, la rivista giuridica dei consulenti.

Per De Fusco, la staffetta generazionale può avere effetti positivi “intanto sul fronte di chi la attiva”. “Noi siamo dell’idea che fino a 15 dipendenti deve essere esclusivamente il datore di lavoro ad avere questa possibilità. Il lavoratore la può richiedere ma è il datore che la può attivare o meno. Sopra i 15 serve un accordo sindacale”, spiega.

Ma che vantaggio si ha ad attivare la staffetta generazionale? “Il vantaggio che ha il datore - sostiene - è che riduce il costo del lavoro, perché se trasforma al 50% un rapporto, il 50% di un maturo lavoratore costa di più di un 50% di un giovane lavoratore. E questo è già un buon motivo per un datore di lavoro di attivare la staffetta generazionale. Perché a fronte della staffetta c’è l’obbligo per il datore di assumere un giovane, chiunque esso sia. Può essere anche un parente -sottolinea De Fusco- l’importante è che lo assuma”.

E i vantaggi per il lavoratore? “Il lavoratore ha il vantaggio che dalla staffetta non ha penalizzazione economica -spiega De Fusco- perché va a prendersi circa il 70-80% del trattamento complessivo, quindi c’è una riduzione fisiologica. Per metà lavora e prende lo stipendio al 100%, per l’altra metà sta a casa con i nipotini e si prende la pensione che da l’Inps”.

“Il datore -continua De Fusco- gli copre i contributi fino al conseguimento del diritto quindi per un massimo di tre anni e quando arriverà a tre anni avrà un accompagnamento alla pensione in modo molto più equilibrato rispetto ad oggi. Se qualcuno si accorgerà di questa proposta e spero siano in molti -conclude- potrebbe davvero diventare il passaggio generazione del mondo del lavoro”.

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