Panella: "Positivo incontro con viceministro Olivero".
"Attivare un piano strategico per lo sviluppo del settore apistico e aprire un tavolo di confronto per il suo rilancio". Questi i risultati raggiunti oggi, come spiega a Labitalia il presidente dell'Unione nazionale associazioni apicoltori italiani (Unaapi), Franco Panella, in occasione della riunione tecnica con il viceministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Andrea Olivero.
"Un incontro necessario -dice- proprio in un momento delicato per il settore. Sono già 3.500, infatti, gli alveari calabresi bruciati perché colpiti dall'Aethina tumida. Una misura che, però, non è necessaria per combattere il parassita che sta minando il settore. Per questo, chiediamo che si interrompa la distruzione degli alveari calabresi colpiti".
"Alla riunione tecnica di coordinamento sul settore apistico -spiega- abbiamo chiesto che venga fermato l'abbattimento dell'apiario, in caso di presenza dell'Aethina tumida. Si tratta di un parassita che, partito negli anni '90 dall'Africa subsahariana, si è poi diffuso negli Stati Uniti, in Canada e in Australia, per poi giungere, lo scorso mese di settembre in Calabria".
"Purtroppo, sono state attivate -avverte Panella- le misure che, in genere, si adottano per gli animali superiori: nel momento in cui un animale entra in contatto con il parassita si abbatte l'intera 'comunità'".
"In questo modo -ammette il presidente Unaapi- vengono distrutti interi alveari inutilmente, perché il parassita può essere controllato in modo diverso. Procedendo però in questo modo, cioè con la distruzione di tutti gli alveari presenti nell'apiario, dei nuclei, delle api regine o di qualsivoglia materiale biologico in grado di veicolare uova, larve o adulti di Aethina tumida, si mette a serio rischio il futuro degli operatori del settore".
"Non intervenire -rimarca Francesco Panella- significherebbe 'cancellare' in un colpo l'intera filiera del miele in Calabria che, per la sua qualità, si è imposta nei mercati nazionali e internazionali".
"E significherebbe, ancora, eliminare -assicura- una fonte di reddito certa per centinaia di produttori che, faticosamente, hanno creato posti di lavoro pur nella difficile condizione economica attuale, destinati ad essere bruciati con gli apiari, quando invece una più sensata applicazione della norma avrebbe potuto (e potrebbe) evitare ogni irreversibile effetto".
"Le nostre osservazioni -avverte il presidente Unaapi- sono state recepite dal ministero e auspichiamo che presto vengano messe in campo tutte le azioni necessarie per fronteggiare concretamente il problema".
"Del resto -continua- non possiamo rischiare di ritrovarci nella stessa situazione in cui versa l'olio: un prodotto doc italiano che è sempre più introvabile. Non a caso, verrà garantita la presenza del miele anche nell'ambito dell'Expo di Milano, perché stiamo parlando di un prodotto made in Italy d'eccellenza che non merita di scomparire dal mercato e dalla tavola".