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Forestale: Don Patriciello a Renzi, per Terra dei Fuochi tragedia sciogliere Cfs

Il prete anti-roghi scrive al premier per salvare le "giubbe verdi" e all'Adnkronos spiega: "Toglierci adesso il Cfs significherebbe tagliarci le gambe"

(Infophoto)
(Infophoto)
23 marzo 2015 | 16.09
LETTURA: 3 minuti

Un appello al premier Matteo Renzi a non sciogliere il Corpo Forestale dello Stato perché "togliercelo adesso significherebbe tagliarci le gambe". Così all'Adnkronos Don Maurizio Patriciello, il prete impegnato nella battaglia della Terra dei Fuochi, annuncia una lettera aperta per chiedere di non essere lasciati soli in un territorio martoriato.

Sciogliere il Corpo Forestale dello Stato "sarebbe una tragedia - spiega Don Patriciello - in questi anni, nella Terra dei Fuochi, tutto quello che è stato possibile fare lo abbiamo fatto grazie alla Forestale. Per questo, sto scrivendo proprio adesso una lettera a Renzi per capire i motivi di questa scelta, un appello perché il Cfs non venga sciolto perché per noi sarebbe un'assurdità".

"I militari - aggiunge - con tutto il rispetto per il loro lavoro, chi li ha visti mai? E poi cosa possono fare? Utilizzare i militari non è una soluzione, è gettare polvere negli occhi".

l'incontro con il Pontefice, 'mi ha esortato ad andare avanti'

Di Terra dei Fuochi, Don Patriciello ha avuto modo di parlare anche con il Santo Padre, lo scorso 21 marzo nel Duomo di Napoli. "Il Cardinale Sepe mi ha presentato al Pontefice come il prete della Terra dei Fuochi e il Santo Padre mi ha guardato con volto tristissimo dicendomi: 'conosco lo scempio che siete costretti a subire' e invitando me e i volontari a continuare il nostro lavoro", continua Don Patriciello, ricordando che "la prossima Enciclica di Papa Francesco sarà dedicata all'ambiente".

E per sottolineare quanto l'emergenza nella Terra dei Fuochi sia ancora alta, aggiunge: "eravamo ancora in cattedrale quando i nostri volontari ci hanno avvertito che c'era un rogo immenso a Caivano". Emergenza continua, dunque, anche se "c'è un tentativo in atto se non di negare, almeno di ridimensionare il problema che invece è più grave di quello che sembra".

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