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Ambiente: la riconversione possibile, esempi virtuosi dalla Ruhr a Pittsburgh/Focus

PITTSBURGH, DOWNTOWN - FOTOGRAMMA
PITTSBURGH, DOWNTOWN - FOTOGRAMMA
04 febbraio 2016 | 17.42
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Bonificare, riconvertire, riqualificare aree, in alcuni casi intere città o regioni, che per anni hanno ospitato attività industriali altamente inquinanti. Non è una chimera, si può fare e lo dimostrano i casi eccellenti fuori confine. Il più eclatante è quello della Ruhr. Con il declino delle industrie minerarie degli anni ‘70-’80, dal punto di vista ambientale tutto sembrava compromesso nel bacino industriale tedesco, uno dei più importanti poli produttivi d'Europa, specializzato nell'attività estrattiva e in quella siderurgica.

Più di 4mila Kmq di superficie, 142 miniere che arrivarono ad estrarre circa 120 milioni di tonnellate di carbone all’anno, 31 porti industriali fluviali, e poi gallerie e strade abbandonate (circa 839 km di autostrade e circa 15.200 km di strade urbane). E invece l’area è stata la protagonista del più grande progetto di riconversione in Europa, e forse nel mondo, realizzato in 10 anni, dal 1990 al 2000. Costo, circa due miliardi e mezzo di euro. Come? Risanando i corsi d’acqua, trasformando in verde pubblico le aree industriali abbandonate, migliorando i servizi (chilometri di piste ciclabili, strutture sportive, musei, teatri, scuole, università), facendo nascere piccole imprese e valorizzando la vecchia architettura industriale.

Area spesso accomunata all’italiana Valle del Sacco per la presenza di un fiume che l’attraversa (l'Emscher), a lungo usato come discarica a cielo aperto, e di numerose micro imprese sul territorio. Scorie industriali, tracciati ferroviari, fabbriche dismesse, strade senza uscita, il fiume e i suoi affluenti deviati e inquinati: così si presentava l’area quando, negli anni ‘90, il governo regionale del Nordrhein-Westfalen decise di prendere in mano la situazione avviando un percorso partecipato che coinvolse il mondo della politica e dell'economia, i sindacati e le associazioni ambientaliste.Allo scopo si istituì un organo di intervento eccezionale, l’Iba Emscher Park Srl (International Building Exhibition, ovvero Mostra Internazionale di costruzioni e architettura), senza potere giuridico-legale ma con funzione di promuovere il dialogo e il confronto fra gruppi sociali e soggetti del settore industriale. Insomma, una società di consulenza con un comitato di coordinamento composto da rappresentanti della regione, dei comuni, degli ordini professionali di architetti, ingegneri, paesaggisti, con l’obiettivo di realizzare il Parco Regionale dell'Emscher che oggi ricopre un’area di circa 320 Kmq, connette 17 comuni ed è percorribile in bicicletta.

Ma se quello della Ruhr è l’esempio più eclatante, non è l’unico quando si parla di aree industriali abbandonate e inquinate che sono state occasione per mettere in campo un nuovo modello di sviluppo. A Bilbao, sede di industrie siderurgiche e cantieri navali, a seguito della crisi della seconda metà degli anni ’70 non rimasero che impianti abbandonati, degrado, inquinamento. Ma è proprio in questo contesto che nasce il piano di riqualificazione voluto dalle autorità madrilene e basche che ha ridato vita alla città, partendo dalla bonifica e dalla riduzione dell'inquinamento atmosferico e arrivando alla costruzione del Museo Guggenheim, passando per la riqualificazione urbana. Uno sguardo oltreoceano. Pittsburgh, la città dell’acciaio, con i suoi 30 impianti siderurgici è stata a lungo una delle città più inquinate al mondo, con un tasso di incidenza delle malattie respiratorie del 400% superiore alla media nazionale. Oggi è la città di Google, dei college e delle università, delle nanotecnologie, della bioingegneria, grazie ai finanziamenti dei grandi magnati dell’industria che, quando ha iniziato a tirare aria di crisi, hanno scelto di continuare a credere nella città e di ‘diversificare’, investendo in fondazioni culturali, attirando ricercatori e capitali privati. E’ così che oggi la città è diventata una delle migliori in cui vivere negli Stati Uniti.

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