Elisir di lunga vita. E' la dieta mediterranea che allunga la di vita e riduce il nostro impatto ambientale. Lo dimostra la nuova edizione della Doppia Piramide Alimentare Ambientale, il modello grafico elaborato dalla Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition, presentata alla seconda edizione del Festival del Giornalismo Alimentare di Torino.
In particolare la Doppia Piramide Alimentare Ambientale affianca alla classica piramide alimentare (i cui principi coincidono con quelli della dieta mediterranea) una nuova piramide (capovolta) “ambientale” nella quale gli alimenti vengono classificati in base alla loro impronta ecologica (Ecological Footprint), ossia l’impatto che la loro produzione può avere sull’ambiente.
Quello che mettiamo quotidianamente nel piatto infatti impatta anche sull’ambiente e lo fa più di trasporti, riscaldamento degli edifici e utilizzo di energia elettrica. Tra questi, in termini di emissioni di gas serra è il cibo a dare il contributo maggiore al cambiamento climatico, con il 31% del totale, superando il riscaldamento (23,6%) e i trasporti (18,5%).
Secondo i dati emersi dal Food Sustainability Index (Fsi), spiega Katarzyna Demska ricercatrice di Bcfn, "in un ranking di 25 Paesi analizzati, rappresentanti oltre i 2/3 della popolazione mondiale e l’87% del PIL globale, l’Italia arriva sesta, dopo Francia, Giappone e Canada, tra i Paesi dove l'agricoltura è più sostenibile, si spreca meno il cibo (e si adottano politiche innovative per combattere lo spreco) e si mangia in modo più equilibrato, senza eccessi e carenze, attenti alla propria salute e a quella del pianeta.
Eppure, aggiunge la ricercatrice, "ancora molto può essere fatto in termini di spreco alimentare del cibo a livello domestico o ancora per quanto riguarda l’impiego di acqua, dove ad una ricca disponibilità naturale di questo elemento sulla quale possiamo contare, si contrappone un elevato impatto ambientale sull’acqua delle produzioni agroalimentari e una scarsa sostenibilità ambientale del prelievo idrico in agricoltura”.
E al Festival di Torino si parlerà anche dell’importanza che i media hanno nella diffusione di informazioni che riguardano l’impatto delle scelte alimentari. A questo argomento la Fondazione Bcfn ha dedicato il Food Sustainability Media Award (www.goodfoodmediaaward.org), un premio, organizzato in collaborazione con la Fondazione Thomson Reuters, destinato a giornalisti, blogger, freelance e singoli individui che vogliono presentare (entro il 31 maggio) i propri lavori, sia inediti che già pubblicati, per far luce sui paradossi del sistema alimentare e proporre soluzioni concrete per combatterli.