Lo scrive il Washington Post citando persone informate sull'indagine. L'ex presidente: "Incoraggio rilascio documenti"
Nella perquisizione condotta presso la residenza dell'ex presidente americano Donald Trump in Florida l'Fbi cercava documenti segreti sulle armi nucleari. Lo scrive il Washington Post citando persone informate sull'indagine, ma senza specificare se i documenti riguardassero l'arsenale nucleare americano o di un altro Paese. Questo confermerebbe la decisione del ministro della Giustizia americano Garland di fare un annuncio pubblico sulla perquisizione a Mar-a-Lago.
Quando era alla Casa Bianca Trump era particolarmente attento all'arsenale nucleare statunitense e si vantava di essere al corrente di informazioni segrete. Nell'estate del 2017 Trump disse ai leader militari statunitensi di volere un arsenale paragonabile al picco della guerra fredda, tanto che l'allora segretario di Stato, Rex Tillerson, lo descrisse come un "fottuto idiota''.
Tra i documenti nucleari a cui Trump avrebbe regolarmente avuto accesso ci sarebbe stata la versione riservata del Nuclear Posture Review sulle capacità e le politiche degli Stati Uniti.
Con una mossa insolita per il dipartimento di Giustizia, Merrick Garland ha chiesto al giudice di autorizzare la pubblicazione del mandato di perquisizione della residenza di Donald Trump e la lista dei documenti sequestrati. Una mossa che è in contrasto con la pratica degli inquirenti a mantenere il riserbo sulle inchieste in corso, e che gli esperti considerano un modo con cui l'attorney general replica alle accuse dell'ex presidente e dei repubblicani di condurre una vendetta politica.
Ora gli avvocati di Trump hanno fino alle 15 di oggi eventualmente per opporsi di fronte al giudice alla pubblicazione, ma l'ex presidente in una dichiarazione diffusa la notte scorsa ha affermato che "non solo non mi opporrò al rilascio dei documenti, ma andrò oltre nell'incoraggiarne l'immediata pubblicazione". "Pubblicate i documenti ora", ha aggiunto tornando a bollare la perquisizione dell'Fbi come "un raid non americano e non necessario e una violazione della mia residenza".
"Il chiaro e potente interesse pubblico nel capire quello che è successo spinge in queste circostanze chiaramente in favore della pubblicazione", hanno affermato i procuratori federali nella richiesta presentata al giudice, ricordando che ai legali di Trump è stata consegnata copia del mandato e una ricevuta con la lista del materiale sequestrato. La richiesta dei procuratori arriva dopo che sia il New York Times che il gruppo conservatore Judicial Watch hanno presentato una medesima richiesta al giudice.