E' la prima volta che accade negli ultimi cento anni negli Stati Uniti. Il deputato californiano osteggiato dall'ala trumpiana del partito
Kevin McCarthy è stato bocciato per la terza volta alle elezioni per lo speaker della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti. La Camera si è quindi aggiornata a domani a mezzogiorno per la nuova votazione. Nessun relatore ancora e i nuovi membri hanno prestato giuramento. La pausa darà ai repubblicani la possibilità di riunirsi e forse elaborare un accordo entro domani.
Il deputato repubblicano della California ha ottenuto nel terzo turno solo 202 voti. I ribelli repubblicani sono diventati 20 e hanno votato per Jim Jordan. Il leader della minoranza democratica Hakeem Jeffries ha ottenuto 212 voti, ovvero quelli di tutti i deputati del suo partito. Il flop di McCarthy già alla prima votazione è storico: si tratta della prima volta che accade negli ultimi cento anni negli Stati Uniti. Un risultato umiliante per il repubblicano californiano, osteggiato dall'ala trumpiana, dato che il suo partito ha la maggioranza alla Camera. La mancata elezioni dello speaker paralizza ora la Camera, che non può nemmeno procedere con il giuramento dei deputati.
Solo un'ora prima il deputato repubblicano aveva fallito per la seconda volta, ottenendo solo 203 suffragi, come alla prima votazione. I ribelli repubblicani erano 19 e avevano votato sempre per Jordan. Il dem Jeffries aveva ottenuto 212 voti, ovvero quelli di tutti i deputati del suo partito. E la seconda bocciatura era avvenuta malgrado Jordan avesse chiesto pubblicamente ai compagni di partito di votare McCarthy.
Secondo il sito Politico, McCarthy e i suoi alleati cercheranno ora di placare la rivolta puntando a ripetute votazioni per far aumentare la pressione dei colleghi sui ribelli. Per ora sembra si vada dunque al braccio di ferro fra i sostenitori di McCarthy, leader della minoranza repubblicana nella passata legislatura, e i trumpiani che lo considerano troppo moderato e vicino all'establishment.
Dopo la prima bocciatura, il ribelle Andy Biggs ha twittato che McCarthy deve "ritirarsi e permetterci di scegliere qualcun'altro". "Davanti a noi c'è Kevin. Non intende lasciare. Andrà avanti per mesi se serve", ha commentato un sostenitore di McCarthy, il deputato Brian Fitzpatrick, citato da Politico.
McCarthy alla prima votazione aveva bisogno di almeno 218 voti, che avrebbe potuto ottenere se il partito lo avesse sostenuto in modo compatto. Invece 10 voti sono andati al deputato repubblicano Andy Biggs, scelto dal ribelle dell'ala di estrema destra del partito Paul Gosar, mentre nove deputati hanno disperso il voto su altri candidati.
L'elezione dello speaker avviene oggi con l'insediamento del nuovo Congresso, dopo le elezioni di midterm a novembre. I repubblicani hanno ottenuto una maggioranza di 222 seggi, contro i 212 dei democratici. E' finita così l'era della speaker democratica Nancy Pelosi.
Malgrado il partito repubblicano abbia ottenuto la maggioranza , il successo è stato inferiore alle previsioni con molti candidati sostenuti dall'ex presidente Donald Trump che sono stati bocciati. L'umiliazione di McCarthy sottolinea ora lo scontro in atto fra l'ala trumpiana e quella più moderata del partito.
Al Senato, dove i democratici hanno mantenuto la maggioranza, i repubblicani hanno riconfermato come leader di minoranza Mitch McConnell. Il senatore del Kentucky è così diventato il leader di partito con più anzianità di servizio della storia del Senato.