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Usa: 19enne afroamericano ucciso da poliziotto in Wisconsin

La polizia di Madison non ha reso noto l'identità della vittima ma, secondo alcuni familiari e amici, si tratterebbe di Tony Robinson. Una folla di manifestanti si è radunata sul luogo assieme ad esponenti dell'organizzazione Young Gifted and Black che accusa la polizia di aver sparato a una persona disarmata. Obama: "Quello che è successo a Ferguson non è un caso isolato"

Usa: 19enne afroamericano ucciso da poliziotto in Wisconsin
07 marzo 2015 | 10.34
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Un 19enne afroamericano è morto dopo essere stato raggiunto da alcuni colpi di arma da fuoco, sparati da un agente di polizia a Madison, capitale del Wisconsin. Lo riferisce il capo della polizia della città, Michael Koval, secondo quanto riporta il 'Wisconsin State Journal'.

La polizia di Madison non ha reso noto l'identità della vittima - deceduta in ospedale - ma, secondo alcuni familiari e amici, si tratterebbe di Tony Robinson. Una folla di manifestanti si è radunata sul luogo assieme ad esponenti dell'organizzazione Young Gifted and Black che, sulla pagina Facebook 'FergusonToMadison, accusa la polizia di aver sparato a una persona disarmata.

Il capo della polizia ha riferito che l'agente coinvolto si era recato sul luogo dopo una telefonata che aveva segnalato alle autorità una persona che saltava in mezzo al traffico, creando pericolo per la sicurezza degli automobilisti. Il dipartimento della Giustizia ha aperto un'indagine.

L'uccisione del giovane si è verificata a poche ore dalla marcia a Selma per ricordare quella del 7 marzo 1965, passata alla storia come la "Bloody Sunday" americana dopo che 600 attivisti furono attaccati dalla polizia locale e dello Stato con manganelli e lacrimogeni mentre attraversavano l'Edmund Pettus Bridge.

Intanto, alla vigilia dalla marcia, parlando all'università di Columbia, in Carolina del Sud, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha detto: "Quello che è successo a Ferguson non è una completa aberrazione, un caso isolato, è qualcosa che continua a succedere". Parole tristemente profetiche di fronte alla notizia del 19enne afroamericano disarmato ucciso la notte scorsa da un agente, proprio come successe a Ferguson quando, la scorsa estate, fu ucciso Michael Brown, anche lui afroamericano anche lui disarmato, e poi scoppiarono le proteste, dilagate in tutto il Paese e poi replicate a dicembre, contro contro la violenza e i pregiudizi razzisti della polizia. Di un "sistema basato sulle discriminazioni razziali" della polizia di Ferguson ha parlato senza alcuna esitazione il presidente.

Nel dipartimento di polizia della cittadina del Missouri vigeva "una situazione di oppressione e abusi", ha detto ancora citando il rapporto diffuso nei giorni scorsi dal dipartimento di Giustizia che ha verificato come la stragrande maggioranza degli arresti e delle multe coinvolgano i cittadini afroamericani che venivano "fermati, molestati, maltrattati e abusati nei loro diritti", anche con l'obiettivo di aumentare le entrate nelle casse cittadine.

Nel rapporto vengono citati gli insulti razzisti usati dai poliziotti, anche in alcune mail in cui si cita il presidente Obama. Anche l'attorney general uscente, Eric Holder, ha parlato della polizia di Ferguson affermando che il dipartimento di Giustizia "è pronto ad usare tutto il potere che abbiamo per fare in modo che le cose cambino" anche arrivare a smantellare l'intero dipartimento. "Se sarà necessario, siamo pronti anche ha questo", ha risposto ad una domanda dei giornalisti

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