Mosca affida le redini dell'operazione speciale ad un nuovo comandante
Vladimir Putin schiera il generale Valeri Gerasimov alla guida dell''operazione speciale' in Ucraina. Mosca cambia il comandante nella guerra con una decisione che, ovviamente, finisce sotto i riflettori. L'avvicendamento, con l'accantonamento del generale Surovikin dopo poco più di 3 mesi, "indica la crescente gravità della situazione che sta affrontando la Russia", scrive su Twitter l'intelligence militare britannica, sottolineando che la scelta non verrà accolta con favore dagli ultranazionalisti.
La nomina di Gerasimov "è un significativo sviluppo nell'approccio del presidente russo Vladimir Putin alla gestione della guerra. Il dispiegamento del capo di stato maggiore come comandante di teatro è un indicatore della crescente gravità della situazione che la Russia sta affrontando, e una chiara ammissione che la campagna non è all'altezza degli obiettivi strategici russi", nota l'intelligence britannica.
"Il passo sarà probabilmente accolto con estremo malcontento da gran parte della comunità ultranazionalista e dei blogger militari, che hanno sempre più preso di mira Gerasimov per la cattiva conduzione della guerra. Surovikin è stato invece ampiamente lodato da questa comunità per aver sostenuto un approccio più realistico. Come nuovo vice comandante, la sua autorità e influenza è quasi certamente grandemente ridotta", conclude l'intelligence, riferendosi al precedente comandante dell'operazione speciale, Sergei Surovkin, ora declassato a vice di Gerasimov.
"Quando ho letto la notizia dell'arrivo del generale Valery Gerasimov a capo della guerra in Ucraina pensavo si trattasse di un parente, non pensavo fosse possibile un gesto di tale portata", è la battuta con cui il generale Vincenzo Camporini, ex capo di Stato maggiore dell'Aeronautica e della Difesa, commenta l'ennesimo avvicendamento al vertice militare russo in carica per l''operazione speciale'. Battuta a parte, "il cambio ha un significato molto chiaro: la totale sfiducia di Putin nelle qualità militari della catena gerarchica", osserva Camporini parlando con l'Adnkronos.
E d'altro canto, sottolinea il generale, "quello che si sta verificando sul terreno, con la Wagner che cerca di ottenere una vittoria sul campo, è il segnale di una lotta interna per il potere, con il capo della milizia, Evgheny Prigozhin, che vuole affermarsi come colui che riesce a vincere sul terreno, in contrasto con le strutture dello Stato russo".
La reazione, secondo Camporini, "è stata quella di dare il bastone del comando al numero uno della difesa, ma non so che efficacia possa avere questo gesto: quando io ero a capo della Difesa non mi sarei mai sognato di esautorare il comandante del Coi per assumere il comando diretto delle operazioni, a ognuno il suo mestiere".
In ogni caso, il generale non vede alcuna svolta dietro questo avvicendamento: "La svolta si ha se cambiano le condizioni sul terreno e le condizioni non stanno cambiando, la qualità delle truppe russe è quella che è, la disponibilità della logistica è quella che è e queste cose non sono destinate a cambiare in modo significativo" nel breve termine.