'Pressioni oggettive e difficoltà sul versante russo, europeo e nordcoreano'
I margini di manovra di Pechino sulla vicenda ucraina "potrebbero essere limitati" per via delle "pressioni oggettive" e delle "difficoltà" cui il Paese si trova a dover far fronte, sul versante russo, quello europeo e infine quello nordcoreano. A riflettere in questi termini sul potenziale negoziale della Cina nella vicenda ucraina è il sinologo Francesco Sisci. "La Cina - spiega all'Adnkronos - vuole avere un ruolo più significativo perché capisce che il momento è estremamente delicato e ha bisogno di calmare le acque. Quindi è possibile che eserciti una qualche forma di mediazione. D'altra parte però non può e non vuole usare pressioni nei confronti della Russia, quindi non è chiaro che esiti la mediazione cinese possa portare".
Oltre alla vicenda ucraina, sottolinea il sinologo, a mettere in difficoltà la Cina ci sono due altre questioni: "il primo aprile si terrà un vertice via video tra Xi Jinping e i leader europei. In realtà i rapporti tra Europa e Cina sulla questione ucraina si sono raffreddati, anche di molto, perché molti paesi europei vedono sostanzialmente - a torto o a ragione - la Cina come sostenitore della Russia, vedono una Cina che non è simpatetica con l'Europa sulla questione ucraina. C'è quindi un allontanamento dall'Europa che mette in difficoltà la Cina perché l'Europa è il suo maggiore singolo partner commerciale".
"Il secondo problema che assilla i cinesi è l'aumento della tensione in Nordcorea", spiega ancora Sisci. "Nei giorni scorsi è stato effettuato un nuovo test su un missile balistico in grado di raggiungere l'intero territorio degli Stati Uniti, non solo la costa occidentale, fonte di grande preoccupazione per gli Stati Uniti. Il 15 aprile inoltre, data di nascita di Kim Il-sung, occasione, in passato, per portare a compimento dei test, potrebbe essere effettuato un altro lancio e c'è l'eventualità che i nordcoreani facciano un test nucleare, oltre che missilistico. Gli americani stanno premendo su Pechino perché riporti Pyongyang al tavolo negoziale prospettando, in caso questo non avvenga, un rafforzamento del contenimento della Nordcorea. Pyongyang ormai dipende interamente dalla Cina, senza contare che a marzo è stato eletto un nuovo presidente sudcoreano, più duro nei confronti della Corea del nord".
"La Cina quindi è stretta da ogni lato, deve gestire la questione russa, la questione europea e la questione nordcoreana. I suoi margini di manovra potrebbero risultarne limitati". Ci sono in definitiva una serie di questioni, dietro quella Ucraina: "c'è il grande problema della Russia, che pretende - e potrebbe continuare a farlo anche dopo un eventuale accordo di pace - di essere pagata in rubli. I russi possono trovare con gli ucraini un modus vivendi, possono arrivare ad una tregua ma la questione del gas potrebbe rimanere, come rimane tutto il problema della stabilità politica della Russia. E dietro la questione della Russia c'è il problema ancora più grande della Cina e le pressioni che si stanno accumulando su tutta una serie di fattori. Pensiamo ad esempio quale impatto potrebbe avere una Nordcorea non messa sotto controllo e che, per ipotesi, sparasse un missile sul Giappone...".