Già "da anni" ha adottato una strategia con l'obiettivo di "indebolire e dividere" il blocco dei 27, che al momento manca di una "figura unificante"
"Putin vuole mettere all'angolo l'Unione Europea" e già "da anni" ha adottato una strategia con l'obiettivo di "indebolire e dividere" il blocco dei 27, che al momento manca di una "figura unificante" in grado di esercitare una leadership. Lo afferma in un'intervista all'Adnkronos Riccardo Alcaro, responsabile del programma 'Attori globali' dell'Istituto affari internazionali (Iai), alla vigilia del Consiglio europeo che dovrà valutare il via libera alla candidatura di Ucraina e Moldova all'Ue.
L'invasione dell'Ucraina, sostiene Alcaro, ha provocato una dura risposta europea, ma Putin dal canto suo sta tentando di creare "problemi di sostenibilità di costi" all'Ue, tagliando le forniture di gas e bloccando l'export di grano. Un punto quest'ultimo che rischia di avere conseguenze politiche e di sicurezza sulla sponda sud del Mediterraneo e innescare nuovi flussi migratori.
Il presidente russo "continuerà a far di tutto per alzare questi costi e quindi rendere non sostenibile la linea comune di durezza e fermezza finora mantenuta dall'Ue, pur con una differenza di accenti nelle varie capitali", dichiara l'esperto, secondo cui, tuttavia, al momento la strategia di Putin non sembra funzionare.
"Per adesso la guerra ha generato risultati strategici fortemente negativi per Putin, perché non solo ha escluso la Russia dall'integrazione economica con l'Europa, ma porterà una crisi economica molto grave nel Paese", prosegue Alcaro, sottolineando tuttavia come le 'pressioni' di Putin - che "difficilmente" riusciranno a dividere il fronte europeo e la visita a Kiev di Draghi, Macron e Scholz "ha spazzato via ogni dubbio" in merito - hanno maggiori probabilità di successo sulle opinioni pubbliche, sulle quali temi come il blocco al grano e la crisi alimentare fanno presa.
Secondo Alcaro, tra le "dinamiche" generate dal conflitto che stanno portando "risultati contrari" a quelli che Mosca si prospettava dall'invasione, c'è innanzitutto il fatto che la Nato si sta allargando ed "è molto più disposta a militarizzare il confine con la Russia". L'Ue, inoltre, ha preso "decisioni fondamentali" riconfigurando i suoi rapporti energetici con la Russia attraverso una "colossale riduzione" dell'import di petrolio con "irrilevanti eccezioni". Infine, aggiunge l'esperto, ha deciso di integrare l'Ucraina e la Moldova, che sono quindi "destinate a uscire dall'orbita di influenza russa".
L'esperto dello Iai evidenzia infine un problema di leadership a livello europeo, rimarcando come manchi una "figura unificante" in questo frangente storico. "Scholz non ha conquistato sufficiente consenso e autorità all'interno dell'Ue e Macron è sempre stato più divisivo che unificante e in più dopo le elezioni ha problemi politici interni - osserva - Draghi invece ha una autorità internazionale innegabile, guida uno dei principali Paesi europei però è un leader a tempo e non sappiamo quali saranno le sue prospettive politiche l'anno prossimo".