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Trump incriminato, documenti top secret anche nella doccia

Per l'ex presidente 31 capi di imputazione. Ha portato via documenti sulle capacità belliche di Usa e alleati, programmi nucleari e piani per rispondere ad attacchi

Trump incriminato, documenti top secret anche nella doccia
09 giugno 2023 | 20.27
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Documenti top secret 'archiviati' nella doccia. E' stato pubblicato l'atto di accusa in base al quale è stato incriminato Donald Trump: 31 capi di imputazione per aver tenuto in modo volontaria informazioni classificate di difesa nazionale, altri capi di imputazione per intralcio alla giustizia e per falsa testimonianza.

"L'obiettivo del complotto era che Trump potesse conservare i documenti che aveva portato con sé dalla Casa Bianca e per nasconderli al Grand Jury federale", si legge nell'atto di accusa che contiene anche le incriminazione per Walt Nauta, il valletto accusato di aver spostato e nascosto gli scatoloni con i documenti. The Donald ha agito in modo "da ostruire le indagini dell'Fbi e del Grand Jury". A questo fine, Trump avrebbe suggerito al suo avvocato di "nascondere o distruggere i documenti richiesti" o dire falsamente che non erano in possesso dell'ex presidente.

Trump conservava documenti classificati persino "nella doccia" della sua residenza di Mar a Lago. I documenti erano tenuti "in un salone, in un bagno, in una doccia, in un ufficio, nella sua camera da letto ed in uno sgabuzzino".

Nell'ufficio di Trump, l'Fbi ha prelevato 27 documenti: sei erano contrassegnati Top secret, 18 Secret e tre Confidential. Altri 75 documenti sono stati prelevati dall'Fbi in un deposito all'interno della residenza: 11 erano Top Secret, 36 Secret e 28 Confidential.

Nell'atto diffuso dai procuratori federali si sottolinea che nelle scatole portate via dalla Casa Bianca vi erano "informazioni riguardanti la difesa e le capacità belliche degli Stati Uniti e paesi alleati, programmi nucleari Usa, potenziali vulnerabilità degli Stati Uniti e dei loro alleati ad attacchi militari e piani per possibili rappresaglie in risposta ad attacchi stranieri".

Si conclude che "una diffusione non autorizzata di questi documenti classificati potrebbe aver messo al rischio la sicurezza nazionale Usa, le relazioni con Paesi stranieri, la sicurezza delle nostre forze militari, le risorse umane ed i metodi di raccolta di informazione dell'intelligence".

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