E' uno spettacolo desolante quello che si presenta da alcune ore nella spiaggia di Farewell Spit, nella regione di Gloden Bay, in Nuova Zelanda. Centinaia di balene pilota, chiamate anche globlicefali, sono infatti morte, arenate sulla riva: dopo le circa 400 di ieri, questa mattina ne sono arrivate altre 200.
Grande l'impegno dei volontari che hanno fatto vere e proprie catene umane per tentare di salvare quelle ancora vive. Un fenomeno per il quale non esistono ancora spiegazioni scientifiche.
Farewell Spit, a circa 150 chilometri ad ovest della città turistica di Nelson, è regolarmente teatro di spiaggiamenti di massa di balene pilota, la specie più comune nelle acque della Nuova Zelanda che può arrivare a pesare fino a due tonnellate e per sei metri di lunghezza. Negli ultimi dieci anni se ne sono contati almeno nove.
"Non sappiamo perché il nuovo gruppo di balene sia entrato oggi nella baia", ha dichiarato Daren Grover, direttore generale dell'organizzazione ambientalista 'Project Jonah' che sta partecipando alle operazioni di salvataggio. I cetacei "potrebbero aver risposto a dei segnali emessi dalle altre balene già spiaggiate. E' una cosa insolita, che non abbiamo mai visto prima", ha aggiunto.
Secondo il ranger del Dipartimento Protezione Ambientale, Mike Ogle, le balene potrebbero essersi spinte a muoversi verso le secche per paura degli squali. "C'è una carcassa che porta segni di morsi di squalo", ha riferito. In effetti è stata segnalata la presenza di grandi squali bianchi attorno Farewell Spit. Al momento però restano solo ipotesi, perché gli esperti non sono in grado di dare ancora alcuna spiegazione scientifica al fenomeno.