Terracina parla di ''un'intera generazione distrutta e di shock collettivo'', ma anche di un Paese che uscirà ''più coeso'' da questa ulteriore prova e con ''il mondo che adesso ha visto con chi abbiamo a che fare. Hanno messo i bambini in gabbia e uccidendo le donne dissacrandone i corpi''
''Hanno distrutto un'intera generazione'' con la brutalità dell'attacco sferrato da Hamas in Israele, dove i suoi miliziani ''hanno messo i bambini in gabbia e li hanno fatti deridere dai coetanei, hanno sgozzato anziane, hanno ucciso donne e ne hanno trascinato i corpi dissacrandoli per strada con i veicoli, hanno ucciso a bastonate vittime per le quali avevano finito le munizioni''. Sembra che ''chi vuole sterminarci non sia cambiato, anche se sono passati 70 anni dalla Secondo Guerra Mondiale'' e ''le dinamiche sono le stesse che abbiamo visto durante l'Olocausto''. Così ad Adnkronos lo psicologo Leonello Terracina da Kfar Yona, a nord di Tel Aviv.
''Viviamo con estrema difficoltà questo momento e con uno stato d'animo devastante. C'è tanta amarezza e tristezza'', racconta, spiegando che ''pensavamo che certe immagino fossero ormai destinate alla memoria e invece abbiamo visto accanirsi contro persone inermi senza nessun problema''.
Psicologo presso Yadid Nefesh, servizi di riabilitazione della salute mentale, Terracina afferma che è stato provocato uno ''shock collettivo''. Ma ''più ci danno addosso e più diventiamo coesi e difficili da abbattere e da mettere in difficoltà. Purtroppo siamo abituati a seppellire nostri morti, ma siamo sopravvissuti a assiri, greci, romani, egizi... non pensino di poterci sconfiggere ora''.
Secondo Terracina ''l'unica nota di consolazione, per quanto possa durare, è che dai video che sono circolati in rete il mondo intero può vedere quello che sono disposti a fare i palestinesi che ci vogliono sterminare anche se accusano noi ebrei di essere dei carnefici. E questo anche se alla Striscia di Gaza continuiamo a fornire gratis acqua, luce, assistenza medica''.
Quella in corso, a cui ''siamo abituati'', è ''purtroppo una guerra asimmetrica, dove non c'è un esercito contro un altro, ma persone che attaccano bus, ristoranti, bar colpendo civili''. E questa volta ''se avessero potuto arrivare fino a Tel Aviv lo avrebbero fatto, se avessero potuto attaccare tutto Israele lo avrebbero fatto'', prosegue Terracina citando ''sopravvissuti che raccontano di non essere stati uccisi perché sono finite le munizioni''.
Il rischio, mette in guardia, è che ''quello che è successo agli ebrei un giorno succederà a tutti quelli che i palestinesi considerano infedeli''. Con ''un istinto di odio e di bestialità che non vedevamo da anni e che non appartiene nemmeno agli animali''.