In un documento inviato ai repubblicani, il Congresso afferma che gli esperimenti hanno avuto il 'risultato inaspettato' di creare un coronavirus più infettivo nei topi. In Italia l'inchiesta di Presa Diretta
Finanziamenti Usa per i test del laboratorio di Wuhan, città epicentro della pandemia di covid. "Pur negando ancora una volta di aver contribuito a creare il virus che ha scatenato la pandemia di Covid, i National Institutes of Health (Nih) degli Stati Uniti hanno rivelato in una lettera inviata ai repubblicani al Congresso Usa che gli esperimenti che l'ente ha finanziato attraverso un'organizzazione no profit con sede negli States nel 2018 e 2019 presso l'Istituto di virologia di Wuhan (Wiv) in Cina, hanno avuto il 'risultato inaspettato' di creare un coronavirus più infettivo nei topi", il nuovo sviluppo riportato oggi in un articolo pubblicato online su 'Science'.
Quanto viene spiegato nel servizio è stato oggetto in Italia della puntata di Presa Diretta e viene commentato in Italia anche da Alberto Zangrillo, prorettore dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milano, in un tweet in cui afferma che "il mondo ha diritto di sapere come sono andate davvero le cose tra Nih, Anthony Fauci, EcoHealth e il Wuhan Institute of Virology".
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Al centro del dibattito c'è la definizione di quello che può configurarsi come un esperimento rischioso. Secondo quello che si legge su Science, i Nih hanno affermato che l'organizzazione che deteneva la sovvenzione, l'EcoHealth Alliance, ha mancato di segnalare immediatamente il risultato inatteso ottenuto all'agenzia, come richiesto dalle regole del grant. Un report recentemente pubblicato sui progressi di tale sovvenzione mostra poi che EcoHealth e l'Istituto di Wuhan hanno condotto esperimenti per modificare il virus che causa la sindrome respiratoria mediorientale (Mers), cosa che sta sollevando domande aggiuntive.
Nella lettera i Nih puntualizzano che quando è stata esaminata la proposta di sovvenzione originale di EcoHealth si era stabilito che gli esperimento proposti - progettati per capire se alcuni coronavirus di pipistrello avrebbero potuto infettare gli esseri umani - "non rientravano" nella fattispecie che implica il "cosiddetto guadagno di funzione (Gof, gain of function), cioè esperimenti che possono rendere i patogeni più pericolosi per l'uomo". Allo stesso tempo, fa notare l'articolo pubblicato sulla rivista scientifica, l'ente Usa proprio in un'analisi appena diffusa ha sottolineato che tutti i virus studiati al Wiv nell'ambito della sovvenzione erano "troppo distanti evolutivamente dal Sars-CoV-2" per essere stati trasformati in questo patogeno.
Si tratta per i Nih di "virus che non potrebbero aver causato la pandemia di Covid-19. Qualsiasi affermazione contraria è dimostrabilmente falsa", si legge in una nota dell'ente. I Nih hanno inviato la lettera del 20 ottobre al repubblicano James Comer, insieme a un rapporto finale sui progressi del grant dell'EcoHealth Alliance che Nih aveva finanziato e più tardi annullato su richiesta dell'allora presidente Donald Trump (in seguito è stato anche ripristinato, ma a condizioni che EcoHealth ha affermato di non poter rispettare).
Il rapporto descrive gli studi condotti al Wiv tra giugno 2018 e giugno 2019 su più recenti coronavirus di pipistrello. Alcuni di questi esperimenti hanno esaminato se le proteine spike di questi virus potessero, quando espresse in un coronavirus di pipistrello già noto chiamato Wiv1, legarsi al recettore cellulare umano in un modello murino. In un "esperimento limitato", i topi infettati da una di queste chimere "si ammalarono più di quelli infettati dal coronavirus del pipistrello Wiv1. Come a volte accade nella scienza, questo è stato un risultato inaspettato", riporta la lettera citata da 'Science', che è firmata da Lawrence Tabak, Principal Deputy Director dei Nih.
L'ente Usa in origine, esaminando il progetto, aveva stabilito "che non si trattava di una ricerca che coinvolge ciò che chiama 'patogeni potenziati dal potenziale pandemico', perché né i nuovi coronavirus dei pipistrelli né il Wiv1 erano noti per infettare gli esseri umani", afferma la lettera. Ma EcoHealth avrebbe dovuto informare immediatamente del risultato inatteso i Nih e l'ente avrebbe effettuato una "revisione secondaria" della ricerca, per vedere se era necessario rivalutarla o imporre nuove misure di biosicurezza. EcoHealth ha ora 5 giorni per inviare tutti i dati non pubblicati del progetto. Dal canto suo EcoHealth replica: "Questi dati sono stati riportati non appena ne siamo stati informati, nel nostro rapporto di aprile 2018. Nih ha rivisto quei dati e non ha indicato che fosse necessaria una revisione secondaria della nostra ricerca, infatti è stato consentito al finanziamento di procedere".