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Usa, Trump firma ordine esecutivo su social media

"Pericoloso potere dei social se censurano le opinioni", si legge nella bozza per la revisione della legge che protegge le piattaforme da cause per contenuti di terzi

(Afp)
(Afp)
28 maggio 2020 | 19.45
LETTURA: 2 minuti

E’ stato firmato dal presidente americano Donald Trump l’ordine esecutivo sui social media che prevede l’eliminazione dell’immunità legale nel caso di cause legate ai contenuti. Una mossa destinata ad innalzare il livello di scontro con le società di social media dopo che Twitter ha inaugurato la funzione di fact checking dei tweet più controversi del presidente. ''I social media fanno dell'attivismo politico'', assumono ''posizioni editoriali'' e si possono equiparare ''a un monopolio'', ha detto il presidente Usa giustificando il provvedimento che, secondo lui, punta ''a difendere la libertà di espressione''.

"Quando grandi, potenti società di social media censurano le opinioni su cui non sono d'accordo, esercitano un potere pericoloso", si legge nella bozza, ottenuta da The Hill. "In un Paese che da molto tempo difende la libertà di espressione non possiamo permettere che un numero limitato di piattaforme online scelga il discorso a cui gli americani possono avere accesso e trasmettere sulla Rete", si legge ancora nella bozza dell'ordine esecutivo che stabilirà la revisione della legge del 1996, il Communication Decency Act, considerato il fondamento dell'espansione di Internet, che protegge le società della Silicon Valley da cause per i contenuti inseriti da terze parti sulle loro piattaforme.

Secondo quanto anticipato, l'ordine darà mandato ad un'agenzia del dipartimento del Commercio di presentare un ricorso alla Federal Communications Commission per chiarire la portata della sezione 230 della legge del 1996. Nella bozza infatti si suggerisce che le piattaforme come Facebook, Twitter e YouTube possano essere considerate come degli editori ed essere quindi legalmente responsabili per i contenuti pubblicati sui loro siti. La commissione federale per le comunicazioni, che è controllata dai repubblicani, potrebbe in linea di principio rifiutarsi di condurre questa revisione. I democratici sono già sul piede di guerra.

"Questo non funziona, i social media possono far arrabbiare - ha dichiarato uno dei commissari dem, Jennifer Rosenworcel, ma un ordine esecutivo che trasformerebbe la commissione nella polizia di espressione del presidente non è la risposta". Nell'ordine esecutivo si incoraggia anche la Federal Trade Commission, la commissione federale per il commercio, di valutare le denunce di parzialità politica rivolte da singoli cittadini ai social media per stabilire se costituiscano "pratiche commerciale ingiuste o ingannevoli". Lo scorso anno la Casa Bianca, che da tempo accusa i social media di avere pregiudizi contro i conservatori, ha creato un sito online per riportare queste denunce.

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