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Nordcorea: da cannonate contro generale a zio di Kim sbranato dai cani/Adnkronos

Quello del responsabile della Difesa Hyon Yong-chol è solo l'ultimo di una lunga serie di casi in cui il 'regno eremita' si distingue per punizioni atroci. Lo scorso 29 aprile, ad esempio, è emerso che dall'inizio dell'anno nel Paese sono state eseguite le condanne a morte di 15 funzionari del governo che avevano criticato il regime o commesso errori

Il leader nordcoreano Kim Jong-un (Foto Xinhua)
Il leader nordcoreano Kim Jong-un (Foto Xinhua)
13 maggio 2015 | 16.01
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Dall'ex fidanzata del dittatore Kim Jong-un, fucilata perché accusata di pornografia, allo zio del leader sbranato dai cani, quello del responsabile della Difesa Hyon Yong-chol, giustiziato in pubblico a cannonate con l'accusa di essersi addormentato ad un evento militare presieduto dal capo del regime e di non avere seguito a dovere le sue istruzioni, è solo l'ultimo di una lunga serie di casi in cui la Corea del Nord si distingue per punizioni atroci. Lo scorso 29 aprile, ad esempio, è emerso che dall'inizio dell'anno nel Paese sono state eseguite le condanne a morte di 15 funzionari del governo che avevano criticato il regime o commesso errori.

Qualche mese prima, il 29 ottobre, dieci membri del Partito dei lavoratori, invece, sarebbero stati giustiziati da un plotone nordcoreano per avere guardato soap sudcoreane, per corruzione o per essere stati molesti nei confronti delle donne. Sempre a ottobre scorso, è uscita la notizia secondo cui Kim Jong-un avrebbe fatto arrestare tutta la squadra nazionale di calcio che aveva subito in casa una sconfitta per 1-0 dai rivali della Corea del Sud, nel primo mach tra le Coree nei Giochi Asiatici dal 1978.

A scriverlo, parlando di "sconfitta umiliante", era stato il giornale ufficiale della Corea del Nord, Rodong Sinmun. Dopo la partita, riferiva l'associazione Nessuno Tocchi Caino, gli atleti sono stati scortati fino a un bus con il quale sarebbero stati poi trasferiti in una prigione di massima sicurezza.

Ma ad essere coinvolti in vicende del genere non sono soltanto funzionari. Il caso più noto che ha fatto il giro del mondo suscitando numerose polemiche è quello dello zio di Kim, Jang Song Thaek che, secondo alcuni media, sarebbe stato divorato vivo da cani affamati. Gli orribili dettagli dell'esecuzione, aveva scritto il giornale Singaporean Straits Times, sono stati riferiti dal Wen Wei Po, organo ufficiale del partito comunista cinese a Hong Kong. Jang sarebbe stato buttato nudo in una gabbia insieme a cinque stretti collaboratori.

All'interno della gabbia ci sarebbero stati 120 cani che non venivano nutriti da tre giorni e che avrebbero ucciso e divorato i condannati. L'orribile esecuzione, chiamata "quan jue" (uccisione con i cani) sarebbe durata circa un'ora ed il leader nordcoreano vi avrebbe assistito assieme a 300 alti funzionari.

Quasi un anno dopo, è emersa la notizia secondo cui Kim Kyong Hui, zia del leader nordcoreano, sarebbe morta per un ictus dopo un'accesa telefonata con il nipote riguardante l'esecuzione di suo marito. A rivelarlo alla Cnn è stato un disertore nordcoreano.

Sorella di Kim Jong Il, il leader morto tre anni fa, la donna non sarebbe più apparsa in pubblico dal settembre 2013 e il regime non ha mai spiegato la sua scomparsa. In un'intervista all'emittente americana, Kang Myung-do, genero di un ex primo ministro nordcoreano, ha raccontato che Kyung-hui è deceduta in seguito a una discussione telefonica con suo nipote, avvenuta alcuni giorni dopo l'esecuzione del marito Jang Sang-thaek.

Secondo il racconto di Kang, la 68enne sarebbe morta in ospedale, ma il regime non avrebbe reso pubblico il decesso per non collegarlo alla fucilazione di Jang. Era dal 10 settembre 2013 che della signora Kim non si avevano notizie. A gennaio i media sudcoreani avevano ipotizzato che fosse deceduta in seguito a un attacco cardiaco o che si fosse suicidata dopo la morte del marito. Ma il mistero intorno alla sorte della donna è tornato ad infittirsi proprio in queste ore, dopo che la Cnn ha pubblicato l'intervista ad un alto funzionario nordcoreano disertore, secondo cui Kim avrebbe ordinato che la zia venisse avvelenata. La notizia è però stata smentita dal 'Daily NK', che addirittura sostiene che la donna sia ancora in vita e starebbe ricevendo delle cure a Pyongyang per dei disturbi nervosi.

Risale invece all'agosto del 2013 il caso dell'ex fidanzata di Kim, fucilata insieme ad altre undici persone. Come scriveva il quotidiano China Morning Post di Hong Kong, secondo fonti sudcoreane, la donna, Hyon Song-woi, e gli altri undici condannati sarebbero stati arrestati tre giorni prima dell'esecuzione e accusati di pornografia per essersi fatti fotografare mentre avevano rapporti sessuali. Hyon era una cantante e gli altri facevano parte di gruppi musicali.

La Corea del Nord non è nota però solo per le esecuzioni. Nel Paese infatti ci sono anche diversi campi di prigionia, dove, ad esempio, finiscono oppositori politici, o i loro figli. E' il caso di Shin Dong-hyuk, nato e vissuto per 23 anni in un campo di prigionia, dal quale alla fine è riuscito a scappare, ma portando con sé la sofferenza, non solo fisica, delle torture che è stato costretto a subire.

A raccontare quanto le pratiche crudeli del Paese è stato anche un rifugiato nordcoreano di 32 anni, Ji Seong-ho, fuggito da Pyongyang dopo avere perso in un incidente la gamba e la mano sinistra. Secondo la sua testimonianza, la Corea del Nord effettua sistematicamente "pulizia", facendo letteralmente sparire le persone con disabilità fisiche o mentali, considerandole una macchia per l'immagine del paese e un'"umiliazione" per il regime al potere. In particolare, Ji ha detto che a volte i bambini con disabilità vengono portati via dal personale degli ospedali e non vengono mai più rivisti, mentre altri sono trascurati fino alla morte.

"Il regime - ha detto - annuncia che sotto il governo di Kim non ci sono disabili e tutti vivono bene e in uguaglianza, ma dietro alla propaganda c'è la sofferenza e la morte di centinaia di bambini". Secondo i racconti di altri due disertori, esiste poi un villaggio tra le montagne remote e inospitali della provincia del Ryanggang dove vengono confinate le persone affette da nanismo. "Era lasciati completamente a se stessi, senza alcun aiuto esterno. Gli uomini venivano castrati per farli estinguere. Ormai lì non c'è più nessuno", ha detto Ji.

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