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Luttwak: "Barr a Roma? Niente di rocambolesco"

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03 ottobre 2019 | 19.49
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"Non c'è niente di particolarmente rocambolesco" nelle visite di William Barr a Roma e Londra per chiedere alle intelligence dei due Paesi, come a quella australiana, di collaborare nell'inchiesta sulle origini del Russiagate, con "tracce" in Italia. Ne è convinto Edward Luttwak che, in un'intervista all'Adnkronos, afferma che si tratta di contatti "da professionisti", come lo sono i funzionari del Dipartimento di Giustizia, che "mentre vanno avanti le rumorose inchieste su Trump, negli ultimi 12 mesi stanno indagando per l'integrità del sistema americano".

Secondo l'analista e l'esperto di politica estera, gran conoscitore dell'Italia e della sua politica, il ministro della Giustizia "si sta occupando" di questo in particolare dopo che l'inchiesta del procuratore speciale Robert Mueller ha determinato "che non c'era nessuna collusione" tra la campagna di Trump e i russi.

"Da quel momento il dipartimento di Giustizia è andato a vedere come mai è nata questa inchiesta se non ci sono vere prove - prosegue Luttwak - La risposta è che tutto è nato nel traffico diplomatico e dei servizi segreti". Da qui l'interesse per l'Australia, Roma e Londra "perché in queste località c'erano le connessioni con lo sforzo originario di accusare Trump di essere un agente russo".

"Questa accusa è stata fabbricata da un britannico ex dipendente dei servizi secreti che aveva scritto per un dossier per la campagna di Clinton", prosegue facendo riferimento al famoso dossier di Chris Steele che si sarebbe "rivolto ai suoi colleghi per fare il suo lavoro, che era di raccogliere informazioni compromettenti contro Trump".

Sottolineando che questa "è una cosa normale in tutte le campagne" elettorali negli Usa, cercare materiale compromettente sugli avversari, Luttwak ritiene che non sia invece normale quello che è successo in seguito: "Ed ora il dipartimento di Giustizia sta seguendo l'indagine originaria contro chi aveva preso questo dossier commissionato dalla campagna di Hillary e ne aveva fatto oggetto di un'inchiesta federale e la cosa sta proseguendo".

Luttwak rimarca l'importanza della pista australiana - "la prima menzione che fa partire l'inchiesta è arrivata dalla diplomazia australiana" - e afferma che in Italia "si stanno trovando tracce di questa cosa". Ma poi aggiunge: "I dettagli non li so, non so quale sia la natura di questa cosa".

Luttwak insiste molto nel ricordare come l'ex vice direttore dell'Fbi Andrew Mccabe e l'agente Peter Stroke siano stati lo scorso anno licenziati "per aver violato tutte le regole per agire contro il candidato Trump nel 2016". "Questi due signori sono quelli che hanno iniziato l'indagine per la collusione con i russi che dopo due anni e milioni di dollari spesi si è conclusa con Mueller che ha detto che le accuse sono false", ha concluso.

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