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L'omaggio di Parigi alle vittime, Hollande: "Hanno ucciso in nome di un Dio tradito"

(Foto Afp) - AFP
(Foto Afp) - AFP
27 novembre 2015 | 11.05
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"Un'orda di assassini ha ucciso 130 dei nostri in nome di una causa folle e di un Dio tradito". A dichiararlo è stato Francois Hollande durante la cerimonia in omaggio alle vittime degli attentati di Parigi . "Venerdì 13 novembre, un giorno che non dimenticheremo mai. La Francia è stata colpita vilmente in un atto di guerra organizzato da lontano". "La nazione intera piange le vittime", ha aggiunto, sottolineando: "E' perché erano la vita che sono stati uccisi, perché erano la Francia che sono stati abbattuti".

"Cosa vogliono i terroristi? Dividerci? Falliranno perché hanno il culto della morte, ma noi abbiamo l'amore per la vita", ha proseguito Hollande. "Conosciamo il nemico. E' l'odio. Quello che ha ucciso a Bamako, Tunisi, Parigi - ha detto - E' il fanatismo, l'oscurantismo, quello di un Islam traviato che rinnega il messaggio del suo libro sacro". "Il patriottismo che vediamo manifestarsi oggi, con le bandiere, quelle Marsigliesi...tutto ciò non ha nulla a che vedere con l'istinto di rappresaglia o di rifiuto dell'altro, è il simbolo della nostra unione e della nostra resistenza", ha poi sottolineato il presidente aggiungendo: "La Francia mantiene intatti i suoi principi di speranza e di tolleranza".

"Vi dirò della mia fiducia nella generazione che viene. Altre generazioni hanno conosciuto nel fiore dell'età eventi tragici che hanno forgiato la loro identità". Questi eventi sono stati "un'iniziazione terribile alla durezza del mondo, ma anche l'impegno ad affrontarla". "Questa generazione avrà il coraggio di prendere pienamente in mano l'evvenire della nostra nazione. La libertà non chiede di essere vendicata ma servita. Questa generazione saprà dare prova di grandezza, vivrà pienamente in nome dei morti che oggi piangiamo. Questa generazione è diventata il volto della Francia", ha detto ancora Hollande.

"Era la musica a essere insopportabile per i terroristi. E' quella gioia che volevano seppellire nel fracasso delle loro bombe. Per meglio rispondere, moltiplicheremo canzoni, concerti, continueremo ad andare allo stadio", ha dichiarato ancora il presidente francese.

Dopo la Marsigliese, Nolwenn Leroy, Camelia Jordana e Yael Naim hanno intonato 'Quand on a que l'amour' di Jacques Brel. Su uno schermo sfilavano le immagini dei volti delle vittime. Successivamente 'Perlimpinpin' di Barbara è stato interpretato da Nathalie Dessay. Infine tutti si sono alzati quando è iniziata la lettura dei nomi delle vittime con la loro età in ordine alfabetico.

Alla cerimonia sono presenti numerosi esponenti politici francesi, tra loro il premier Manuel Valls. Cerimonia sobria e solenne. Presenti oltre 2mila persone: le famiglie delle vittime, i feriti che hanno scelto di partecipare ed erano in condizioni di farlo, il governo, molti parlamentari, i responsabili dei partiti.

Sono due le famiglie di vittime degli attentati che hanno fatto sapere di non voler partecipare alla cerimonia. Ad annunciare che non ci sarà, ieri, è stato Jean Marie Peretti, padre di Aurelie, 33 anni, uccisa al Bataclan. Giornalista e membro del Consiglio di amministrazione di Reporters sans Frontieres, Peretti accusa il governo francese di non aver fatto nulla di "concreto" dopo l'attacco a Charlie Hebdo di gennaio. Stessa motivazione è stata espressa ieri su Facebook da Emanuelle Prevost, il cui fratello 29enne Francois Xavier è stato anche lui ucciso al Bataclan. La Prevost ha esortato altre famiglie di imitarla, ma Peretti ha detto che la sua è una decisione personale e non un appello al boicottaggio della cerimonia.

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