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Israele-Hamas e Mar Rosso, gen. Bertolini: "C'è rischio che conflitto si allarghi, Ucraina unico beneficiario"

'Il maxi conflitto rientra in contrapposizione globale tra Stati Uniti e Russia insieme ai loro alleati. Delicata e preoccupante la situazione del Mar Rosso, ma l'Italia non credo cambierà il suo ruolo difensivo'

17 gennaio 2024 | 15.30
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''Un'escalation del conflitto è già in atto'', ma ''c'è il rischio che si allarghi ulteriormente, questo è pericoloso e molto preoccupante''. Con un unico possibile beneficiario, l'Ucraina. ''Perché se la Russia e i suoi alleati dovessero essere coinvolti politicamente, se non militarmente, nella crisi in Medioriente, se dovessero far fronte ad altre crisi, (Mosca, ndr) avrebbe qualche difficoltà in più in Ucraina e il suo impegno ne risentirebbe, mentre Zelensky ne potrebbe beneficiare''. Lo ha spiegato ad Adnkronos il generale Marco Bertolini, ex capo del Coi, sottolineando che la crisi in Medioriente ''è molto delicata'' e va messa in relazione con quella ucraina perché ''rientra in una contrapposizione globale tra gli Stati Uniti e i suoi alleati da un lato e la Russia e i suoi alleati dall'altro''.

Questo spiega ''l'atteggiamento molto prudente della Russia e dell'Iran'' nei confronti della rappresaglia condotta da Israele contro Hamas per l'attacco subito lo scorso 7 ottobre, così come lo è ''l'atteggiamento di Hezbollah, che invece ha una forza militare notevole che, se la mettesse in atto, creerebbe non pochi problemi. Lo stesso leader di Hezbollah, Nasrallah, si è espresso a sostegno dei palestinesi, ma non è andato molto oltre''. Sì, ''sono aumentati in maniera considerevole gli scambi'' tra l'Idf e i miliziani libanesi al confine nord di Israele, ma ''Hezbollah sta attento a non farsi coinvolgere più di tanto''. Quello che segnala l'allargamento del conflitto dalla Striscia di Gaza sono, oltre agli attacchi dei miliziani Houthi contro le navi nel Mar Rosso, ''l'intervento dell'Iran contro il Pakistan e contro l'Iraq, a Erbil''. Allo scoppio della guerra a Gaza, nota il generale, ''contemporaneamente è cresciuta la conflittualità in Siria, dove Israele ha aumentato i suoi interventi e lo stesso hanno fatto gli Stati Uniti. In Siria ci sono anche i russi e questo ha accresciuto la tensione''.

Guardando alla situazione in generale, Bertolini afferma che ''la guerra a Gaza sta andando più per le lunghe di quanto si potesse prevedere considerata la superiorità militare dell'esercito israeliano nei confronti di Hamas, che è indiscutibile''. Inoltre ''il problema umanitario a Gaza è destinato ad aumentare'' anche perché ''gli interventi a nord e a sud della Striscia hanno distrutto l'80% delle infrastrutture e la popolazione non potrà fare ritorno''. Questa situazione, spiega il presidente dell'Associazione Nazionale Paracadutisti d'Italia, è un ulteriore elemento destabilizzante. Si rischia ''una nuova diaspora palestinese, un esodo biblico di portata eccezionale che avrebbe ripercussioni in tutta l'area'', spiega.

In merito alla situazione nel Mar Rosso, dove ''lo stretto fra lo Yemen e il continente africano è un passaggio strategico importantissimo perché tutto il flusso mercantile ed energetico che arriva nel Mediterraneo attraverso il Canale di Suez deve passare da lì''. Si tratta quindi di ''un'area molto delicata'' dove ''dopo la guerra tra israeliani e Hamas c'è stata l'esplosione della violenza di attacchi contro le navi che va contro gli interessi dell'Occidente''. Basti solo pensare che ''tutto il gas naturale liquido che parte dal Qatar e arriva nel Mediterraneo, anche all'Italia, transita da lì. Dover circumnavigare l'Africa diventerebbe anti economico''.

Per quanto riguarda il ruolo dell'Italia nel Mar Rosso, secondo Bertolini resterà di tifo difensivo. ''Non penso che l'Italia cambi ruolo nel Mar Rosso'', dove ora ''è presente con un paio di fregate a scopo difensivo''. Passare alla fase offensiva a fianco di Stati Uniti e Gran Bretagna ''sarebbe un atto difficilmente sostenibile dal punto di vista politico''. In questo momento ''l'Italia non partecipa alle operazioni condotte da Stati Uniti e Gran Bretagna contro gli Houthi perché farlo sarebbe un atto di guerra'', spiega il generale.

''Per cambiare ruolo dovrebbe esserci un intervento del Parlamento se non del presidente della Repubblica stesso, anche se il passato ci ha abituato a eufemismi per definire diversamente gli interventi militari, come nel caso degli 'interventi di polizia internazionale' degli anni '90. Ma la sostanza non cambia. Insomma, non credo avverrà'', ritiene Bertolini, anche se ''l'Italia è interessata a mantenere aperto quel corridoio''.

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