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In Italia la salma di Giulio Regeni. Sit-in al Cairo: "Era uno di noi"

(Foto Adnkronos)
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06 febbraio 2016 | 10.47
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E' atterrato a Fiumicino l'aereo che ha riportato in Italia la salma di Giulio Regeni, il dottorando italiano trovato morto in circostanze ancora da chiarire alla periferia del Cairo. Ad attendere la salma oltre ad amici e familiari il ministro della Giustizia Andrea Orlando.

"Sono presente per affermare il mio profondo cordoglio e quello del governo e la vicinanza alla famiglia Regeni", ha detto Orlando che subito dopo ha sottolineato la "volontà del governo perché si arrivi al più presto alla verità e perché sia fatta giustizia". Per questo, ha aggiunto, "chiediamo piena collaborazione alle autorità egiziane".

Gli esperti del ministero della Giustizia egiziano hanno cominciato oggi a effettuare rilievi tecnici su campioni di tessuti prelevati dal corpo di Regeni. Lo ha riferito al quotidiano Aswat Masriya il consigliere del ministro della Giustizia per la medicina legale, Shaaban al-Shamy. Il consigliere ha spiegato che campioni sono stati prelevati da tutti gli organi di Regeni durante l'autopsia, così come campioni del Dna, sui quali i medici legali hanno cominciato oggi a effettuare alcuni esami. I risultati saranno consegnati alla procura.

SIT-IN AL CAIRO: "ERA UNO DI NOI" - Circa un centinaio di manifestanti si sono radunati di fronte all'ambasciata italiana al Cairo per un sit-in in ricordo del ricercatore italiano. Sorvegliati da decine di poliziotti e ripresi dalle telecamere di un gran numero di tv internazionali, i manifestanti hanno deposto fiori e hanno acceso candele. "Giulio era uno di noi", si legge sui cartelli, scritti sia in arabo che in italiano.

Molti i giovani presenti, in gran parte donne. C'è anche Laila Soueif, la madre di Alaa Abd El Fatah, attivista che nel 2015 è stato condannato a 15 anni di carcere a seguito delle rivolte del 2011 contro Hosni Mubarak. Ci sono le madri di altri attivisti in carcere, c'è Khaled Awad, del partito Dustur, e molti rappresentanti di sindacati indipendenti, che erano oggetto dello studio e dell'interesse di Regeni al Cairo.

"Per Giulio, per l'Egitto", recita la scritta su un cartello. "Sono qui per Giulio - si legge su un altro - e per tutti i giovani che hanno perso la vita in cerca della liberà e della dignità". I presenti non scandiscono slogan contro il governo o le autorità, ma la ricostruzione dei fatti che circola nella piazza è che a Giulio sia stato riservato lo stesso trattamento subito dagli attivisti egiziani. "Giulio uno di noi - si legge su uno dei cartelli lasciati tra i fiori e le candele - per questo è stato ucciso come noi".

GENTILONI - Sul fronte delle indagini restano da confermare i due arresti che sarebbero avvenuti ieri in Egitto. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni , ad Amsterdam per la riunione informale dei ministri Ue (Gymnich), ha dichiarato: "A quanto risulta dalle cose che ho sentito sia dall'ambasciata sia dagli investigatori italiani, che stanno cominciando a lavorare con le autorità egiziane, siamo lontani dal dire che questi arresti abbiano risolto o chiarito cosa sia successo".

Secondo il ministro "bisognerà lavorare" ed è di assoluta importanza che l'indagine "possa essere fatta insieme alle autorità egiziane".

Gli arresti erano stati annunciati ieri da fonti locali della sicurezza all'agenzia Dpa. Oggi alcuni quotidiani locali, tra i quali 'al-Masry al-Youm', citano fonti della Direzione della sicurezza di Giza (il corrispettivo della prefettura) che smentiscono la notizia degli arresti.

Tutte le fonti hanno parlato a condizione di anonimato, perché il governo ha vietato alla polizia di rivelare alla stampa informazioni sulle indagini. Le fonti hanno aggiunto che una squadra di 35 funzionari è impegnata a lavorare sul caso e che non si esclude alcuna pista, neanche quella di possibili tentativi di "gruppi di estremisti" di sabotare le relazioni tra l'Egitto e l'Italia, in occasione della visita di una delegazione imprenditoriale italiana guidata dal ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, interrotta il giorno del ritrovamento del cadavere di Regeni.

MONDO ACCADEMICO GB: OMICIDIO GIULIO ATTACCO A LIBERTÀ - Il mondo accademico britannico si è mobilitato per Regeni. Neil Pyper, della Scuola di Strategia e Leadership all'Università di Coventry, ricorda il giovane in un articolo, ripreso da diversi media britannici, dal titolo: 'L'omicidio del mio amico Giulio Regeni in Egitto è un attacco alla libertà accademica'. Oltre a sottolineare l'impegno e la carriera di Regeni, studente di Cambridge, Pyper sottolinea che il suo "assassinio è una sfida diretta alla libertà accademica che è un pilastro del nostro sistema di istruzione superiore".

"Lui - prosegue - è solo uno dei tanti studiosi che sono stati arbitrariamente detenuti e sono stati spesso vittime di abusi in Egitto". L'esperto di strategia di business internazionale precisa inoltre che, "come comunità accademica e come società, abbiamo il dovere di farci sentire per proteggere loro e i loro colleghi che studiano in luoghi pericolosi in tutto il mondo". "E' fondamentale - si legge ancora nell'articolo di Pyper - che i governi sollevino casi come quello di Giulio e facciano forte pressione per indagini complete e perché i responsabili ne rendano conto".

Le autorità italiane ed egiziane, ricorda, "hanno annunciato indagini congiunte", ma "anche il governo britannico ha la responsabilità" di intervenire. "Questo manderebbe il messaggio che qualsiasi abuso da parte delle autorità di studenti e ricercatori delle università britanniche non sarà tollerato. A tal fine, circolerà una petizione e gli amici e i colleghi di Giulio faranno campagna su questo nei prossimi giorni e settimane".

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