E annuncia lo schieramento della Royal Navy nella Manica per fermare i barconi. Patel: "Una volta in Ruanda, assistenza e aiuti per 5 anni". Unhcr: "Forte opposizione e preoccupazione"
Decine di migliaia di richiedenti asilo arrivati nel Regno Unito illegalmente potranno essere deportati in Ruanda. E' quanto ha annunciato Boris Johnson spiegando il piano del suo governo teso, ha affermato il premier, a "salvare un numero infinito di vite" dai trafficanti di esseri umani che stanno trasformando la Manica in un "cimitero marino".
E nell'ambito di questa nuova politica del pugno di ferro contro i migranti, Johnson ha annunciato che da oggi sarà la Royal Navy, non più la Border force, a controllare le operazioni sulla Manica, in modo da fermare le piccole imbarcazioni e barconi di migranti. Inoltre sarà possibile incriminare chi arriva illegalmente, e comminare pene pesanti, fino all'ergastolo, contro i trafficanti.
Riguardo alla parte più clamorosa del piano, bollato come "crudele" dalle organizzazioni umanitarie, Johnson ha parlato di una Partnership su migrazione e sviluppo economica che prevede che "chiunque sia arrivato nel Regno Uniti dal primo gennaio ora potrà essere trasferito in Ruanda". Per il premier si tratta di "un approccio innovativo, spinto dal nostro impulso umanitario e reso possibile dalle libertà concesse dalla Brexit, che fornirà vie legali e sicure per l'asilo".
L'accordo con il Ruanda non "ha limiti" di numeri ed il Paese africano, ha detto ancora Johnson "ha la capacità di ospitare decine di migliaia di persone negli anni a venire".
"Noi siamo convinti che il nostro piano rispetti a pieno i nostri obblighi internazionali ma nonostante questo ci aspettiamo dei ricorsi legali - ha riconosciuto Johnson - e se questo Paese è considerato debole verso l'immigrazione illegale da alcuni nostri partner è causa di una schiera di avvocati politicizzati che per anni fatto affari ostacolando le deportazioni e limitando l'azione del governo".
Il premier britannico quindi ha concluso affermando di sapere che molto probabilmente il suo piano "non potrà entrare in vigore da un giorno all'altro". Secondo i dati della Bbc, lo scorso anno 28.526 persone hanno attraversato la Manica in piccole imbarcazioni, mentre nel 2020 erano state poco più di 8mila. Solo ieri 600 persone hanno attraversato la Manica in barca, e secondo Johnson nelle prossime settimane si potrà arrivare a mille al giorno.
Ai richiedenti asilo, una volta arrivati nel Paese africano, saranno forniti aiuti per un periodo fino a cinque anni, compresa formazione professionale, alloggio ed assistenza medica, ha poi aggiunto il ministro dell'Interno, Priti Patel, che ha tenuto una conferenza stampa a Kigali, subito dopo il premier. "Mettere fuori gioco i malvagi trafficanti di persone è un imperativo morale - ha affermato Patel che ha difeso il popolo britannico come generoso e pronto ad aiutare le persone in stato di bisogno - richiede che usiamo ogni mezzo a nostra disposizione, ed è per questo che questa partnership su migrazione e sviluppo economico con il Ruanda è una pietra miliare".
Ma a bocciare nettamente il piano di Johnson è il leader laburista Keir Starmer. "Credo che dobbiamo vedere questi piani per quello che sono: un disperato annuncio di un primo ministro che vuole distogliere l'attenzione del fatto che ha violato la legge", afferma. Secondo Starmer si tratta infatti di un piano "destinato a non funzionare, che costerà miliardi di sterline ai contribuenti e che riflette un primo ministro che non ha risposte alle questioni che devono essere affrontate e non ha vergogna".
Anche l'Unhcr, l'agenzia Onu per i rifugiati, esprime "forte opposizione e preoccupazione" per i piani del Regno Unito di "esportare i suoi obblighi riguardanti l'asilo" e invita Londra ad "astenersi" dal trasferire rifugiati e richiedenti asilo in Ruanda per l'esame delle richieste di asilo. "L'Unhcr - afferma in una nota l'alto commissario ausiliario alla protezione dell'agenzia Gillian Triggs - rimane fermamente contraria ad accordi che cercano di trasferire i rifugiati e i richiedenti asilo in Paesi terzi, in assenza di sufficienti salvaguardie e standard. Accordi simili non fanno altro che trasferire le responsabilità riguardanti l'asilo e sono contrarie alla lettera e allo spirito della Convenzione sui Rifugiati".
L'Unhcr esorta il Regno Unito e il Ruanda a rivedere i loro piani. "Le persone che scappano dalla guerra, dai conflitti e dalle persecuzioni meritano compassione ed empatia. Non dovrebbero essere trattate come materie prime e venire trasferite all'estero per l'esame", conclude Triggs.