Con l'Italia dicono di non aver violato alcun patto, anche perché non ce ne è mai stato uno. Eppure, a due giorni dall'assegnazione con il sorteggio della nuova sede dell'Agenzia Europea del farmaco ad Amsterdam, la 'pugnalata' della Spagna a Milano brucia ancora. E a nulla è servita la dichiarazione del ministro spagnolo Alfredo Dastis, che ieri da Madrid si è affrettato a rimarcare che avrebbe "parlato con l'Italia della possibilità di arrivare ad un accordo", ma di non aver "concluso alcun accordo".
"Visto che il voto della Spagna ci avrebbe fatto vincere Ema - ha replicato il governatore lombardo Roberto Maroni - mi piacerebbe sapere quali sono state le richieste avanzate da Madrid all'Italia e perché il Governo italiano ha detto 'no'. Senza recriminare, ma solo per curiosità". A finire sotto accusa è stato anche il sistema di selezione, "proposto e adottato all'unanimità" dai 27 Paesi dell'Unione europea, come ha precisato il portavoce capo della Commissione europea Margaritis Schinas, in conferenza stampa a Bruxelles, replicando alle obiezioni rivolte alla procedura con cui si è arrivati alla decisione sul trasloco delle due agenzie.
E se è vero che bisogna anche saper perdere, non si può negare che a condizionare l'esito della gara, trasformata in lotteria, non è stata solo la decisione della Slovacchia di astenersi, portando il numero dei votanti a una cifra pari, 26, anziché 27. Il fattore è stato decisivo, certo, ma non l'unico ad avere avuto un peso preponderante sul risultato finale. E mentre si parla di 'biscotto nordico', nelle ultime ore, la polemica più feroce ha coinvolto la Spagna che, secondo i calcoli, dopo aver visto sfumare la candidatura di Barcellona, non avrebbe votato per l'Italia.
Ieri Maroni ha espresso il proprio disappunto, sottolineando che "le rivalità, le ripicche" hanno prevalso "sulla strategia". Così come il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, rammaricato per non essere "riusciti a portare a casa il sostegno di un blocco del Mediterraneo". Intanto, dalla Farnesina sono stati smentiti i rumors di un clima arroventato tra Italia e Spagna: nessuna critica da parte del Belpaese nei confronti del governo spagnolo: le scelte di ciascun Paese sono state tutte legittime.