''Il viaggio del Papa in Iraq è sicuramente importante perchè riporta l'attenzione deii cristiani che vivono in altre parti del mondo, compresa l'Europa, sul fatto che l'Iraq è un paese in cui i cristiani sono stati in questi anni fortemente perseguitati e ridotti al lumicino anche in termini demografici. E più il Papa si spingerà oltre l'ipocrisia della politica internazionale e farà cenno alle questioni umane e alle condizioni della popolazione reale, più questo viaggio avrà un vero significato''. Cosi', all'Adnkronos il ricercatore universitario piemontese Davide Grasso, ex combattente Ypg (Unità di Protezione Popolare), commenta il viaggio del Pontefice cominciato oggi in terra irachena.
''Tempo fa, prima di andate in Siria - ricorda Grasso - anch'io sono stato nelle zone dove andrà nei prossimi giorni il Papa, per fare reportage giornalistici indipendenti e ho avuto modo di intervistare le comunità cristiane di diversi campi profughi, tra cui Ankawa ed Erbil , e loro continuavano a chiedere anche a me in quanto italiano di riportare in Italia il messaggio dei cristiani iracheni come comunità sotto assedio da parte di gruppi fondamentalisti che le perseguitavano e quindi di chiedere ai cristiani europei di non dimenticarli. Per questo sono sicuro che in questo momento saranno felicissime''
''Credo però - aggiunge - che il viaggio del Pontefice sarà tanto più importante se oltre a riportare l'attenzione sulla realtà dei cristiani, richiamerà l'attenzione anche su altri problemi: il Papa in questi sette giorni si trova in un Paese dove vengono commessi omicidi politici contro gli studenti, incontrerà gli yazidi che hanno subito un genocidio pochi anni fa , e dove, a nord, sulle montagne, ci sono bombardamenti illegali turchi contro il movimento di liberazione curdo Pkk. Se facesse dei cenni a queste cose sarebbe una cosa eccezionale''.