Il ministro degli Esteri: "Portarlo in Italia significa far iniziare il lavoro alle autorità giudiziarie italiane"
"Io credo nell’innocenza di Chico ed è per questo che ci abbiamo lavorato con tutte le nostre forze”. Lo dice il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, intervistato da Le Iene in un servizio in onda stasera sulla vicenda dell'italiano Chico Forti, condannato nel 2000 in Florida per un omicidio del quale si è sempre dichiarato innocente. "'Quando sono arrivato qui ho preso a cuore questa battaglia e molti mi hanno detto 'Perché non parli? Perché non attacchi gli Stati Uniti? Perché non vai lì?'. In realtà è stato un lavoro silenzioso, di squadra, abbiamo portato a casa questo risultato. Siamo molto contenti, e sono contento che anche Chico ne sia felice”, dice Di Maio.
Quanto al prossimo trasferimento di Forti in Italia, Di Maio spiega: “I cittadini italiani devono immaginare che Chico Forti verrà in Italia, verrà portato in Italia, trasferito in Italia, oggi è in un carcere statunitense, dopo quasi ventuno anni di detenzione. Io voglio dire, e voglio essere molto chiaro su questo, io credo nell’innocenza di Chico ed è per questo che ci abbiamo lavorato con tutte le nostre forze. Portarlo in Italia significa, a questo punto, far iniziare il lavoro alle autorità giudiziarie italiane, al comparto della giustizia che significa che deve acquisire i documenti, deve riconoscere la sentenza qui in Italia”.
Ma dopo il suo trasferimento in Italia, Forti andrà in carcere, in attesa che poi la giustizia italiana valuti il suo caso? Viene chiesto a Di Maio. “Ciò che posso dirvi è che, credo, qualsiasi italiano, cittadino, essere umano di buona volontà riconosca che ventuno anni sono tanti, sono veramente tanti”, la risposta del ministro.