Il prossimo numero esce in cinque lingue in una ventina di Paesi. L'autore del disegno che figura sulla prima pagina: "Ho pianto anch'io. Sono Charlie, sono poliziotto, sono ebreo e anche musulmano". Imam radicale Anjem Choudray: "Atto di guerra che avrà ripercussioni". Agenzia russa per i media: "Non pubblicate le vignette"
Charlie Hebdo, dopo la strage della settimana scorsa da parte del commando islamista che ha causato dodici morti in redazione, uscirà mercoledì con una copertina dedicata a Maometto. La rivista satirica sarà in edicola con una tiratura di tre milioni di copie in una ventina di Paesi, contro le 60mila normali.
Il numero sarà tradotto in cinque lingue, compreso l'arabo e il turco. E' quanto ha reso noto il capo redattore Gerard Biard durante una conferenza stampa a Parigi precisando che il nuovo numero uscirà nella versione cartacea in italiano e turco, mentre nella versione digitale in inglese, spagnolo e arabo.
Intanto la nuova caricatura di Maometto divide i musulmani francesi. Sulla prima pagina del settimanale si vedrà il profeta in lacrime che regge un cartello con la scritta: 'Je suis Charlie'. Sulla sua testa la frase: 'Tout est pardonné', 'È tutto perdonato'. La bozza è stata anticipata da un tweet di 'Liberation', che ospita la redazione del settimanale.
"Ho disegnato un Maometto che piange, mi dispiace l'abbiamo ancora disegnato, ma il Maometto che abbiamo è disegnato è un Maometto che piange prima di ogni altra cosa" ha detto Luz, il vignettista autore della prima pagina del nuovo numero di 'Charlie Hebdo'. Ed ha spiegato commosso il suo disegno: "Ho seguito un'idea. Maometto che sta piangendo e poi abbiamo aggiunto 'tutto è perdonato'. Ho pianto. Avevamo finalmente trovato la nostra prima pagina. Non quella che il mondo voleva, non quella che i terroristi volevano".
Fino alla scadenza prevista per lunedì sera, racconta Luz a 'Liberation', "abbiamo avuto numerose idee per la prima pagina. Avevo disegnato, ad esempio, due jihadisti che arrivavano al cielo e che chiedevano 'dove sono le 70 vergini?' e con i vignettisti morti che rispondevano con la 'squadra di Charlie, perdenti!'". Ma Catherine Meurisse, altra vignettista di Charlie Hebdo, "mi ha detto che non voleva vedere i jihadisti sulla prima pagina di Charlie, che era dare loro troppo onore. Aveva completamente ragione. Ne abbiamo immaginate altre".
Di disegni, spiega ancora Luz, "ne ho abbozzati una ventina, stavo diventando pazzo". E poi, racconta, "ho avuto l'idea di disegnare il mio personaggio di Maometto che aveva fatto tanto discutere. E farlo reggere un manifesto 'Je suis Charlie'. Mi ha fatto ridere".
"Ho visto questo personaggio utilizzato, suo malgrado, da pazzi che fanno scoccare la scintilla, dai terroristi. Degli stronzi che non hanno humour: sono quelli i terroristi. Ovviamente tutto è perdonato, Maometto, vecchio mio".
"Siamo ancora Charlie. Sono Charlie, sono poliziotto, sono ebreo e anche musulmano" ha detto Luz. "I terroristi che ci hanno attaccato vogliono l'odio tra la gente e anche tra chi credono di difendere. E quindi sì sono Charlie, sono poliziotto, sono musulmano e sono anche ateo", ha insistito ancora Luz.
"In 22 anni non c'è stata una edizione di Charlie Hebdo senza caricature del Papa, Gesù, preti o rabbini, imam e Mohammed", ha dichiarato il legale del magazine Richard Malka. "La cosa sorprendente sarebbe se non ci fossero" i disegni su Maometto in quello successivo, ha detto.
Di fronte alla nuova vignetta su Maometto la comunità islamica francese appare divisa. Il presidente del Consiglio francese per il culto musulmano (Cfcm), Dalil Boubakeur, ha infatti esortato "la comunità musulmana a mantenere la calma ed evitare reazioni emotivi o incongrue, incompatibili con la sua dignità e la sua riservatezza, nel rispetto della libertà di opinione".
Una posizione che non è però condivisa da tutti gli esponenti della comunità. Abdallah Zekri, presidente dell'Osservatorio contro l'islamofobia, che è una componente del Cfcm, ha condannato la vignetta spiegando a Le Figaro che rischia di gettare "benzina sul fuoco". "Maometto, Maometto sempre Maometto, è morto il 15esimo secolo - ha poi aggiunto - ci sono molte reazioni di musulmani che sono indignati e io le comprendo".
E l'imam radicale Anjem Choudray parla di un "atto di guerra" che avrà delle "ripercussioni". Catene di distribuzione britanniche, come Smiths News e Menzies, riporta il Telegraph, prevedono di acquistare fino a duemila copie del giornale. Per Choudary, ben noto al pubblico britannico e già finito in manette lo scorso settembre nell'ambito di un'indagine sul terrorismo islamista, la scelta di far comparire una caricatura di Maometto sulla copertina del nuovo numero è un "insulto" e una "provocazione". Sono atti, ha aggiunto, che se giudicati in un tribunale islamico porterebbero alla pena di morte.