Giornata positiva per le Borse europee, che migliorano rispetto alle chiusure di settimana scorsa, in attesa degli interventi di domani da parte di esponenti di spicco della Fed e della Bce, ma soprattutto del dato sull’inflazione degli Stati Uniti, che arriverà giovedì 12 gennaio e determinerà le prossime scelte di politica monetaria. Cresce poi il prezzo del gas al Ttf di Amsterdam, ma rimane ancora sotto i 75 euro al megawattora.
Cala quindi il dollaro rispetto all’euro ai minimi dallo scorso giugno, sulle ipotesi di un raffreddamento della Fed sui tassi di interesse, mentre è in crescita il valore del greggio (con Brent e Wti che salgono entrambi di oltre il 2%). In Italia la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha incontrato Ursula von der Leyen per discutere di Pnrr e migranti. Sul primo dossier ci sono spiragli per delle modifiche, sul secondo si segnalano ancora le resistenze dei Paesi del Nord per una gestione comunitaria unica sulla redistribuzione.
A Milano il Ftse Mib sale dello 0,81% e chiude a 25.385,09. Si allenta poi la tensione sui titoli di Stato. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi scende attorno ai 195 punti base. Il rendimento del titolo decennale viaggia sul 4,2%. Sul listino principale di Piazza Affari in positivo i petroliferi, con Eni che guadagna lo 0,77% e Saipem il 3,28%. Il vero e proprio balzo, però, è quello di Tim (+5,56%), in vista di un aggiornamento del tavolo sul dossier della Rete Unica promosso dal governo. Bene anche Ferrari (+3,40%). Gli analisti di Citigroup hanno infatti fatto salire il suo target price, portandolo da 150 euro a 216 euro, e migliorato il giudizio a “neutrale”.
In fondo al listino, invece, Erg (-1,64%). Gli analisti di Morgan Stanley hanno fatto scendere il target price sulla società: ora è a quota 29 euro. Gli esperti hanno anche peggiorato il rating a “underweight”. Male anche Unicredit (-0,68%) e Banco Bpm (-0,52%). (in collaborazione con Money.it)