Gli effetti del decreto legge approvato in Cdm
Le misure previste dal decreto legge approvato ieri dal Cdm sui bonus edilizi, e in particolare sul Superbonus 110, puntano a risolvere almeno in parte i problemi legati allo stop imposto alla misura introdotta dal governo Conte II, che ha elargito denaro con grande generosità, creando un buco considerevole nei conti pubblici. Il tema principale, tenendo ferma la volontà di superare completamente un'agevolazione ritenuta dannosa per il sistema economico nel suo complesso, è quello di tracciare una linea tutelando però i cittadini con i redditi più bassi, che si troverebbero a dover affrontare spese imprevedibili al momento dell'inizio dei lavori. Le risorse a disposizione non sono però infinite ed è prevedibile che non tutti coloro che hanno i requisiti indicati possano accedere al contributo previsto dal decreto.
Una prima sostanziale differenza, nel mare magnum delle operazioni legate al Superbonus, viene legata alla data del 31 dicembre 2023. "In relazione ai cantieri avviati nel rispetto dei termini relativi alla normativa sul 'Superbonus 110%', sarà riconosciuto il credito d’imposta per tutti lavori realizzati e asseverati al 31 dicembre 2023; per le opere ancora da effettuare, a partire dal 1° gennaio 2024 si confermano le percentuali previste a legislazione vigente", puntualizza il comunicato diffuso al termine della riunione del Cdm.
Il governo ha scelto di adottare una misura specifica per limitare i danni alle persone più esposte al rischio economico. "Al fine di tutelare i cittadini con i redditi più bassi e di consentire la conclusione dei cantieri 'Superbonus 110%' che abbiano raggiunto uno stato di avanzamento dei lavori non inferiore al 60 per cento al 31 dicembre 2023, è previsto uno specifico contributo, riservato ai percettori di redditi inferiori a 15.000 euro, in relazione alle spese sostenute dal 1° gennaio 2024 al 31 ottobre 2024".
Il contributo, si puntualizza però nella nota di Palazzo Chigi, "sarà erogato, nei limiti delle risorse disponibili, dall’Agenzia delle entrate, secondo criteri e modalità determinati con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze da adottarsi entro sessanta giorni e non concorrerà alla formazione della base imponibile delle imposte sui redditi". I limiti delle risorse disponibili e i criteri e le modalità scelte faranno quindi la differenza. Una delle ipotesi percorribili, stando a quanto avvenuto in casi simili in passato, è che si possa optare per una selezione legata all'ordine cronologico della richiesta di accesso al beneficio. In sostanza, fissato un click day, sarebbero accolte tutte le domande fino all'esaurimento delle risorse stanziate. Una soluzione utile per i redditi più bassi, quindi, ma non per tutti. (Di Fabio Insenga)