Addio superticket? Nel pentolone della manovra torna a galla il tema dell'abolizione del superticket sanitario su visite e accertamenti. Ad aprire una discussione sul tema è stato il vice ministro dell'Economia Enrico Morando, a fronte delle "difficoltà per i cittadini di usufruire delle prestazioni sanitarie anche nelle Regioni più virtuose". Una mossa che da molti è stata vista come un segnale inviato a Mdp, che proprio sulla richiesta di abolire il superticket aveva consumato il suo strappo con il governo sulla manovra. Insomma, dopo il rifiuto di cancellare la contestata misura, ora l'esecutivo sembra disposto a una mezza apertura. Sul superticket ora si tratta, anche se i tecnici che lavorano alla manovra esprimono dei dubbi. Le risorse infatti sono poche, e vanno fatte delle scelte.
Ma cos'è il superticket? Come funziona? E quanto costerebbe abolirlo? Per superticket si intende il balzello introdotto nel 2011 che prevede il pagamento di 10 euro di ticket su ogni ricetta per le prestazioni di diagnostica e specialistica. Ogni regione può decidere se e come applicarlo e la sua introduzione ha scatenato forti polemiche da parte di alcune regioni che hanno scelto di adottarlo in modo differente. Alcune hanno deciso di modularlo in base al reddito o al tipo di servizio, mentre altre, come la Valle d'Aosta hanno preferito non adottarlo affatto. Il superticket non si paga in Sardegna, Valle d'Aosta, nella provincia di Trento e Bolzano e in Basilicata. Viene invece applicato il superticket di 10 euro per ogni ricetta medica che abbia un valore superiore ai 10 euro nel Lazio, nel Friuli Venezia Giulia, in Liguria, Marche, Molise, Abruzzo, Puglia, Sicilia e Calabria. In Campania, Piemonte e Lombardia il superticket viene applicato in maniera progressiva all'aumentare del valore della ricetta mentre viene modulato in base al reddito in Veneto, Emilia Romagna, Umbria e Toscana.
Difficile capire se sia meglio abolirlo o se, al contrario, conviene mantenerlo effettuando una revisione dell'intero settore. Il superticket sanitario, utilizzato in alcune regioni italiane sulle ricette relative alle prestazioni di diagnostica e specialistica, è ancora una volta oggetto di contenzioso politico. Eliminarlo del tutto potrebbe costare alle casse dello Stato oltre mezzo miliardo di euro. Secondo Cittadinanzattiva, infatti, il supporto economico fornito dai ticket al Servizio Sanitario Nazionale si aggirerebbe intorno ai 500 milioni di euro, sebbene sulla carta risulti di almeno 800 milioni.