E’ quanto si sottolinea nelle Raccomandazioni specifiche per Paese della Commissione europea: nel 2015 rafforzare strategia di bilancio per ridurre il debito. Inoltre bisogna valutare nuovi interventi sul mercato del lavoro e spostare il carico delle tasse su consumi e immobili. La replica del Mef: “Gli obiettivi saranno raggiunti senza ulteriori interventi”
Sì a uno slittamento del pareggio di bilancio strutturale di un anno ma l’Italia deve compiere “sforzi aggiunti, anche nel 2014” per rispettare i vincoli del Patto di Stabilità e Crescita. E’ quanto si sottolinea nelle Raccomandazioni specifiche per Paese della Commissione europea dedicate all’Italia.
Nelle Raccomandazioni specifiche per Paese della Commissione europea è saltata dunque la bocciatura della richiesta italiana di concedere lo slittamento del pareggio di bilancio strutturale di un anno. Dal testo è stata infatti tolta nel corso delle trattative della scorsa notte la frase in cui si afferma che “l’esenzione richiesta dall’Italia di deviare dal percorso verso gli obiettivi di medio termine non può essere concessa a causa del rischio di non conformarsi con gli obiettivi di riduzione del debito”. Ma al Belpaese si chiedono “sforzi aggiunti” per quest’anno, una frase che fa pensare alla possibilità di un’ulteriore manovra economica.
L’Italia “deve intensificare lo slancio delle riforme per rafforzare la crescita economica e la creazione di posti di lavoro”, ha detto il commissario Ue agli Affari economici, Olli Rehn, presentando le Raccomandazioni.
L’Ue si raccomanda inoltre con l’Italia di esaminare “entro la fine del 2014 gli effetti delle riforme del mercato del lavoro, valutando la necessità di ulteriori interventi”. Ed evidenzia la necessità della “presentazione di una tabella di marcia dettagliata degli interventi entro settembre 2014”. La Commissione chiede inoltre di “trasferire ulteriormente il carico fiscale dai fattori produttivi ai consumi, ai beni immobili e all’ambiente, nel rispetto degli obiettivi di bilancio”.
Nel documento si ricorda come “la situazione del mercato del lavoro in Italia è ulteriormente peggiorata nel 2013, con un tasso di disoccupazione salito al 12,2% e la disoccupazione giovanile che è arrivata al 40%”. Per questo - spiega la Commissione - “garantire una corretta attuazione e un attento monitoraggio degli effetti delle riforme adottate in relazione al mercato del lavoro e al quadro di fissazione dei salari è fondamentale per ottenere i benefici previsti in termini di maggiore flessibilità in uscita, di una flessibilità in entrata meglio regolamentata, di un sistema più integrato di sussidi di disoccupazione e di un miglior allineamento dei salari alla produttività”.
L’Italia nel 2015 deve “operare un sostanziale rafforzamento della strategia di bilancio al fine di garantire il rispetto del requisito di riduzione del debito, per poi assicurare un percorso sufficientemente adeguato di riduzione del debito pubblico”. Il fatto è che “il raggiungimento degli obiettivi di bilancio” indicati “non è totalmente suffragato da misure sufficientemente dettagliate, soprattutto a partire dal 2015”. Comunque “lo scenario macroeconomico sul quale si fondano le proiezioni di bilancio” del Programma nazionale di riforme dell’Italia “è leggermente ottimistico, in particolare per quanto riguarda gli ultimi anni del programma”.
Il Belpaese deve anche “portare a compimento l’ambizioso piano di privatizzazioni” e “attuare un aggiustamento di bilancio favorevole alla crescita basato sui significativi risparmi annunciati”. Deve “assicurare che i finanziamenti pubblici premino in modo più congruo la qualità dell’istruzione superiore e della ricerca” e “promuovere l’apertura del mercato e rimuovere gli ostacoli rimanenti e le restrizioni alla concorrenza”.
E ancora: “In Italia si assiste all’erosione del reddito a disposizione delle famiglie che, associata all’aumento della povertà e dell’esclusione sociale, colpisce soprattutto le famiglie con figli”. La Commissione, segnalando poi come nel nostro Paese la spesa sociale resta “tuttora destinata in gran parte agli anziani e poco orientata all’attivazione”, “non riesce a contenere i rischi di esclusione sociale e di povertà”. “Il regime pilota di assistenza sociale di recente introduzione - riconosce la Commissione - intende offrire una rete di sicurezza sociale”. Ma, conclude la raccomandazione, “per estenderlo a tutto il Paese, come previsto, sarà necessario migliorare l’efficienza della spesa e dei servizi sociali su tutto il territorio nazionale”.
La replica del Mef - Gli obiettivi di bilancio “saranno raggiunti senza ulteriori interventi”, replica il Mef in una nota in cui si sottolinea che dalla Commissione Ue è arrivato un “via libera alle riforme del Governo italiano”.
Dalle raccomandazioni della Commissione Ue , sottolinea il Mef, emerge per l’Italia “una chiara conferma ed un supporto al programma di riforma avviato dal Governo e un invito a proseguire speditamente. Vi è anche un forte apprezzamento per l’Agenda di Riforma 2014, contenuta nel Programma Nazionale di Riforma di aprile che, con il suo preciso e serrato cronoprogramma definisce la strategia del Governo e lo impegna al rispetto delle scadenze indicate’’. La Commissione, continua il Mef, “condivide pienamente le priorità suggerite dal Governo, iniziando dalla piena attuazione della delega fiscale e delle deleghe del Jobs Act. A breve saranno varate le due importanti riforme sulla giustizia e sulla Pubblica Amministrazione indispensabili per creare un contesto amministrativo e un ambiente imprenditoriale più favorevole allo sviluppo del Paese e capace di essere nuovamente attrattivo per gli investitori esteri’”.
“Il Governo, sin dal suo insediamento -aggiunge il Mef-ha valutato come fondamentale un rafforzamento del capitale umano, attraverso un sistema educativo moderno, efficace e digitalizzato, dove il merito e il valore sia centrale nella valutazione dei formatori e delle strutture educative. La Garanzia Giovani, le misure a sostegno della formazione e del tirocinio in alternanza scuola-lavoro sono al centro della strategia dell’Italia).
Dal punto di vista fiscale la Commissione, ad avviso del Mef, “conferma che l’Italia rimane fra i Paesi virtuosi con un deficit/Pil al di sotto del 3%. Allo stesso tempo invita il Paese a monitorare il disavanzo strutturale e il rispetto della regola del debito in quanto, secondo le stime della Commissione, potrebbe essere necessario un aggiustamento aggiuntivo. Queste stime però non tengono conto di alcune voci relative alle minori spese pianificate ma non ancora specificate nel dettaglio e a maggiori introiti, come quelli attesi dalle privatizzazioni”.
“Il governo -conclude il Mef- è fortemente impegnato a perseguire un consolidamento fiscale orientato alla crescita e a rafforzare ulteriormente la sostenibilità del debito. E’ fiducioso che gli interventi pianificati consentiranno di raggiungere gli obiettivi indicati nel Programma di Stabilità e conferma il proprio impegno a introdurre e implementare le riforme strutturali che il paese attende da lungo tempo”.