Il 16% delle famiglie del Mezzogiorno non ce la fa ad arrivare alla fine del mese, la stessa percentuale registrata nel trimestre precedente ed il doppio esatto della quota rilevata al nord (8%). Lo rileva Confesercenti nell'indice sulla solidità economica delle famiglie di ottobre che rileva un’Italia a tre velocità: nord fuori dalla crisi, centro che prova a ripartire, mentre il sud è ancora al palo.
A ottobre l’indice Sef Confesercenti Swg, che misura su una scala da 1 a 100 la Solidità Economica ‘percepita’ dalle famiglie italiane, sale a quota 58, con un balzo di due punti su luglio e segnando il valore più alto da dicembre 2013. L’opinione pubblica percepisce dunque il trend positivo ma non è così per tutta l’Italia.
"C’è un miglioramento percepibile – analizza Confesercenti – ma la lunga crisi economica ha approfondito le distanze tra le macro aree del Paese. Le famiglie delle regioni meridionali, in particolare, fanno fatica ad uscire dalle difficoltà, recependo dopo e più debolmente delle altre i segnali di ripresa. Da questo punto di vista è apprezzabile il piano straordinario di interventi previsto per il Mezzogiorno nella Legge di Stabilità: ma in passato ce ne sono stati altri, rivelatisi alla fine quasi tutti inefficaci. Dobbiamo cambiare passo: ora serve un approccio strutturale, che favorisca le attività, come quelle commerciali, turistiche e culturali, che non possono delocalizzare".
A livello nazionale dunque prosegue il trend di leggero miglioramento generale del sentiment delle famiglie sulla propria capacità reddituale, percezione probabilmente collegata ai segnali positivi di ripresa dell’economia e dell’occupazione. Ma non tutto è risolto: ancora circa la metà delle famiglie (anche se la percentuale scende al 48% dal 50% di luglio) segnala che il proprio reddito le consente di pagare appena le spese, senza potersi permettere ulteriori lussi, mentre sale dal 36% al 38% la quota di coloro che sente di avere un reddito che permette di vivere senza affanni. Ma è soprattutto al Nord e al Centro che si avverte la ripartenza: il 47% (il 44% a luglio) delle famiglie ‘serene’ sono settentrionali, mentre il 35% ( il 31% a luglio) risiede nella parte centrale. Al Sud la crisi è ancora forte: le famiglie serene sono solo il 29%, mentre quelle che segnalano di avere un reddito che non permette di arrivare alla fine del mese è il 16% contro il 13% registrato al centro e l’8% del Nord.In leggera discesa, a livello nazionale, anche la quota di famiglie che si dichiara insoddisfatta della propria situazione finanziaria (voce che include, oltre al reddito, eventuali debiti e patrimoni): ad ottobre sono ancora la maggioranza ma scendono dal 54% al 53%. Anche in questo caso, sono fortissime le differenze tra le macro-aree del Paese: al Nord le famiglie che si percepiscono soddisfatte sono il 58%, al Centro il 45% mentre al Sud solo il 36%, mentre il 64% dei nuclei familiari insoddisfatti risiede nel Mezzogiorno, il 55% si trova al Centro ed il 42% risiede al Nord.