Dopo il successo di febbraio a Milano, anche il capoluogo campano non delude. Connext, l’incontro nazionale di partenariato industriale di Confindustria, promosso da Unione Industriali Napoli, ha fatto registrare il tutto esaurito. Una grande manifestazione che, nel centro congressi della Mostra d’Oltremare di Napoli, ha ospitato piccole, medie e grandi realtà del territorio nazionale.
Sulla piattaforma Connext Napoli oltre 480 le aziende che si sono registrate. Più di 2 mila le richieste di B2B. Ottimi numeri per un’iniziativa che si propone come obiettivi principali e come leve strategiche per la crescita dell’Italia e, in particolare del Mezzogiorno, le infrastrutture e l’innovazione. Il sistema impresa deve avere un ruolo centrale per far fronte a una situazione complessiva del Paese che, accanto a importanti opportunità, presenta rilevanti criticità.
“Le imprese, da sole ancor più se associate, possono fare molto. Ma il Paese deve ritrovare adeguati livelli di competitività. Dotandosi di reti e connessioni materiali e immateriali, che colleghino le città nel Mezzogiorno, e con il resto del Paese e dell’Europa. Di piattaforme tecnologiche per consentire lo sviluppo dei traffici e del business su scala globale. Di una efficiente e completa rete dei trasporti e della logistica”: ne è sicuro Vito Grassi, presidente Unione Industriali Napoli, che ha inaugurato la prima edizione di Connext a Napoli.
“Le infrastrutture – continua Grassi – sono fondamentali per la crescita del Mezzogiorno. Soltanto per i trasporti e la logistica, l’ultima manovra finanziaria prevede interventi per il Sud pari a 58 miliardi e mezzo nei prossimi dieci anni. Se l’importo fosse ripartito per ciascuno dei dieci anni, il Pil annuo meridionale crescerebbe di 2 punti e mezzo, con la creazione ogni anno di 125 mila posti di lavoro”. Napoli come capitale del Mezzogiorno e centro strategico dell’innovazione. A tal proposito “Napoli – sottolinea il presidente Unione Industriali Napoli – può rappresentare il modello di uno sviluppo sostenibile, che crea ricchezza e sviluppa conoscenza, attrae turismo culturale, non massificato, coniuga tecnologie e tutela dell’ambiente”.
“Vito Grassi – dice Massimo Vernetti, presidente Confcommercio Napoli – ha scritto un documento che è una stella polare da seguire. Una direzione che ci dovrà tirare fuori dalle sabbie mobili, attraverso la convergenza di tutte le forze e i corpi intermedi presenti oggi nella nostra regione perché abbiamo capito che insieme le cose si possono fare. Dobbiamo capire – conclude Vernetti – perché nel meridione abbiamo quasi il 40% delle aziende cui non tornano i conti. Bisogna comprendere l’atteggiamento culturale delle forze di lavoro, ma anche, e soprattutto, di chi è venuto a investire proprio al Sud”.
In un periodo storico molto complicato, non solo per lo sviluppo, ma anche per la crescente crisi occupazionale, basti pensare agli oltre 1800 dipendenti lasciati per strada dalla chiusura di Mercatone Uno, oppure alle difficoltà che sta vivendo la sede napoletana di Whirlpool e che potrebbe costare il posto ad altre 430 persone, esistono realtà virtuose che da tempo affondano le proprie radici sul territorio napoletano.
“Il legame tra Q8 e la città di Napoli – spiega Livio Livi, responsabile relazioni esterne Q8 – è forte e storico. Siamo presenti su questo territorio dal 1936, quando la Mobil costruì la prima raffineria. Da allora abbiamo continuamente evoluto il nostro sistema e ancora oggi le strutture e gli impianti di Q8 rappresentano un fulcro della logistica dell’azienda in Italia e di tutto il Mezzogiorno”.
“Q8 è presente sul territorio – sottolinea ancora Livi – in maniera strategica e strutturale. E continuerà a esserlo nel futuro perché l’innovazione è nel Dna dell’azienda. Nel territorio abbiamo sempre promosso una cultura tecnico-scientifica. La partnership con la Federico II ne è la prova. È una collaborazione mirata a sviluppare le competenze digitali che rappresentano per tutte le aziende la sfida più importante per cogliere le evoluzioni del mercato”, conclude Livi.