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Tav, scoppia il caso Ponti

Documento segreto Ue redatto, tra gli altri, dalla TRT trasporti e territorio che nell'analisi costi-benefici boccia l'opera; Ue replica a Conte; Salvini tira dritto

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08 marzo 2019 | 10.26
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Sta diventando un caso lo studio riservato della Commissione europea che illustra l'impatto socio-economico e ambientale delle reti transeuropee di cui fa parte il corridoio Mediterraneo, tra cui la Tav, firmato, tra gli altri, da sei dipendenti della società presieduta dall'ingegnere Marco Ponti. L'analisi, chiamata 'The impact of TEN-T completion on growth, jobs and the environment' parla di notevoli risparmi di tempo per il trasporto di passeggeri e merci e di una forte ricaduta occupazionale. Tra le società che lo hanno redatto c'è la TRT trasporti e territorio, società guidata da Ponti, che in Italia ha realizzato l'analisi costi benefici per conto di Toninelli bocciando la Tav. Nello studio europeo, invece, la Torino-Lione viene promossa. Cosa dice lo studio

Secondo lo studio, che risale al 2018, per il corridoio Mediterraneo il risparmio di tempo è notevole. Si parla del 30% per i passeggeri e 44% per le merci. Lungo i corridoi transeuropei della rete Ten-T, si legge nel documento, l'attuazione dei progetti di potenziamento previsti porterà "notevoli miglioramenti nei tempi di viaggio, in particolare per il trasporto ferroviario. Sono previsti cospicui risparmi di tempo per il corridoio Mediterraneo", del quale la Tav Torino-Lione fa parte e del quale attualmente è uno dei principali colli di bottiglia, "con il 30%". La bozza del rapporto, ottenuta dall'Adnkronos, è redatta per conto della Commissione Europea da due società, una tedesca, la M-Five Gmbh Mobility, Futures, Innovation, Economics di Karlsruhe e la Trt, Trasporti e Territorio, una srl di Milano il cui presidente è appunto il docente del Politecnico di Milano, Marco Ponti.

L'analisi non è firmata direttamente da Ponti, che guida la commissione che ha realizzato l'analisi dei costi e benefici relativa alla Tav Torino Lione per conto del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, ma da sei dipendenti (Silvia Maffii, Claudia De Stasio, Francesca Fermi, Loredana Zani, Angelo Martino e Luca Bellodi) della società che presiede, oltre che dai colleghi della società di Karlsruhe. Nello studio si comparano due scenari, quello di base e quello di riferimento. In quello di base, la realizzazione della rete 'core' si ferma al 2016, senza più alcun investimento; in quello di riferimento la rete viene completata entro il 2030.

Secondo gli esperti, comunque, "il trasporto merci sui corridoi (Core Network Corridors) viene accelerato anche di più: qui i risparmi di tempo più considerevoli ammontano al 44,4% per il corridoio Mediterraneo, al 38,9% per il corridoio Reno-Alpi e al 36,7% per quello Atlantico". La bozza sottolinea poi che l'attuazione dei progetti di potenziamento previsti lungo i corridoi transeuropei Ten-T avrà impatti positivi sull'occupazione dei Paesi coinvolti, con "gli aumenti più elevati in termini assoluti negli Stati membri più grandi, con l'Italia, la Francia, la Spagna e la Polonia che hanno oltre 100mila posti di lavoro creati nel 2030" ciascuno, nello scenario di riferimento rispetto a quello di base.

LA PRECISAZIONE DI TRT - Lo studio 'The Impact of Ten-T completion on growth, jobs and the environment' redatto dalla Trt di Milano e dalla M-Five Gmbh di Karlsruhe "stima gli impatti economici, occupazionali e di riduzione dei gas serra in Europa derivanti dal completamento dei corridoi della rete trans-Europea di trasporto e non ha analizzato nessun progetto singolarmente" precisa Trt, in una nota. Inoltre, "gli impatti calcolati per il corridoio Mediterraneo riguardano l’intero corridoio lungo quasi 8.150 km e che va dallo stretto di Gibilterra sino al confine con l’Ucraina e non soltanto il tratto della linea ad alta velocità Torino-Lione. La versione che circola in rete è una bozza incompleta del rapporto finale del luglio 2018. La versione finale del rapporto, approvata dal Cliente nel dicembre 2018, non è ancora stata resa pubblica e pertanto non può essere divulgata". "Lo studio ha stimato gli impatti economici, occupazionali e di riduzione dei gas serra in Europa derivanti dal completamento entro il 2030 di tutti gli interventi di ammodernamento e realizzazione di parti mancanti, della rete trans-Europea di trasporto (Ten-T). Si tratta di un totale di quasi 141.000 km di reti di trasporto multimodali (strada, ferrovia, vie di navigazioni interne, porti e aeroporti) che sono oggetto della politica di trasporto dell’Unione Europea da oltre un ventennio", conclude Trt.

L'AD DI TRT: "SI SONO MISCHIATE MELE CON PERE" - Contrapponendo l'analisi costi benefici relativa alla Tav Torino Lione realizzata dalla commissione presieduta da Marco Ponti, presidente della Trt srl di Milano, allo studio realizzato dalla stessa Trt, insieme ad una società di Karlsruhe, per la Commissione Europea sull'impatto del completamento della rete Ten-T, della quale la Tav è solo una parte, si sono "mischiate le mele con le pere". Lo sottolinea Silvia Maffii, amministratore delegato della Trt e tra gli autori dello studio "The impact of Ten-T completion on growth, jobs and the environment", salito agli onori delle cronache nelle ultime ore.

Il problema è che lo studio, estremamente tecnico, è finito nelle mani di lettori non tecnici: lo studio in questione, spiega la Maffii all'Adnkronos, "è una valutazione degli impatti, cioè una cosa molto diversa da quella che ha fatto Marco Ponti. La differenza è che lo studio che abbiamo fatto noi, cui Ponti non ha collaborato e che non ha mai visto, lo garantisco al 100%, è uno studio che analizza a livello macroeconomico quali sono gli impatti della realizzazione contemporanea di tutti i corridoi Ten, cioè dell'investimento di 556 mld di euro, che chiaramente hanno un impatto economico positivo. Questo è ciò che fa questo studio, a livello aggregato".

Invece, prosegue Maffii, "l'analisi costi benefici di Ponti guarda ad un singolo progetto e agli impatti di tipo trasportistico del progetto". Insomma, "sono due analisi molto diverse". Per quanto riguarda i risparmi dei tempi di percorrenza sul corridoio Mediterraneo, stimati al 30% per i passeggeri, "si tratta di risparmi sulla rete: grazie a questi interventi, i tempi si riducono, su tutto il corridoio Mediterraneo, che è lungo più 8mila km". L'effetto "è la sommatoria di pezzi in cui non si risparmia nulla e di pezzi in cui si risparmia tantissimo". E la Lione-Torino "è solo un pezzo del corridoio: non abbiamo fatto alcuna valutazione dei singoli interventi". Sono state quindi mischiate mele con pere, come si dice? "Secondo me sì - conclude la Maffii - sono due cose che hanno finalità e scopi diversi: uno valuta se un progetto è utile o meno, l'altro valuta gli impatti economici di un investimento".

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