Missione Nasa e Esa, mostrano le espulsioni di massa coronale che possono potenzialmente scatenare fenomeni meteorologici spaziali sulla Terra.
Scattate da Solar Orbiter le prime immagini sui misteri del Sole. A febbraio scorso la missione spaziale, frutto di una collaborazione internazionale tra Esa e Nasa, è passata più vicina che mai al Sole e sono state rilevate da diversi strumenti a bordo del satellite alcune espulsioni di massa coronale. Si tratta di eruzioni di particelle provenienti dall’atmosfera solare che esplodono nel sistema solare e possono potenzialmente scatenare fenomeni meteorologici spaziali sulla Terra. L'annuncio è arrivato oggi dall'Agenzia Spaziale Europea.
Un passaggio ravvicinato al perielio del Sole, il 10 febbraio 2021, ha portato la navicella spaziale a metà della distanza tra la Terra e il Sole ed è stata "un’opportunità unica che ha permesso ai team di eseguire osservazioni dedicate, di controllare le impostazioni degli strumenti e molto altro, per prepararsi al meglio alla fase scientifica ormai prossima" sottolinea l'Esa. In piena modalità scientifica, il telerilevamento e gli strumenti in situ effettueranno continuamente osservazioni congiunte.
Al momento del passaggio vicino alla nostra stella, la navicella si trovava 'dietro' al Sole per come lo si vede dalla Terra, il che "ha determinato velocità di trasferimento di dati molto basse. Ci è voluto pertanto molto tempo per scaricare completamente i dati del passaggio ravvicinato, che sono tuttora in fase di analisi" riferisce l'Agenzia Spaziale Europea.
Per una felice coincidenza, tre degli strumenti di telerilevamento del Solar Orbiter hanno rilevato un paio di espulsioni di massa coronale nei giorni successivi al maggior grado di avvicinamento. I dispositivi Extreme Ultraviolet Imager (Eui), Heliospheric Imager (SoloHi) e il coronagrafo Metis - che ha il contributo italiano di Inaf con l'Agenzia Spaziale Italiana - hanno ripreso diversi aspetti delle due Cme che si sono verificate nel corso della giornata.
Solar Orbiter è stato lanciato il 10 febbraio 2020 e attualmente si trova in "fase di crociera" in anticipo rispetto alla missione scientifica principale, che inizierà il prossimo novembre. L'Esa ricorda che mentre i quattro strumenti in situ sono rimasti in funzione per la maggior parte del tempo dal momento del lancio, raccogliendo dati scientifici sull’ambiente spaziale vicino alla navicella, le operazioni dei sei strumenti di telerilevamento in "fase di crociera" sono finalizzate principalmente alla taratura degli strumenti, e si attivano solo nel corso di finestre di controllo dedicate e campagne specifiche.