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Riforma copyright, tutto rinviato

(Ipa/Fotogramma)
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05 luglio 2018 | 12.51
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Il Parlamento Europeo ha deciso di non approvare oggi il mandato per negoziare con il Consiglio la riforma delle regole Ue sul copyright nel mercato digitale. "La decisione della commissione Juri - ha annunciato il vicepresidente dell'Aula Pavel Telicka in Aula a Strasburgo - è stata respinta, pertanto la commissione non può iniziare i negoziati. Il rapporto della commissione verrà messo nell'agenda della prossima sessione plenaria", in settembre. I voti contrari sono stati 318, i favorevoli 278 e 31 gli astenuti.

La plenaria ha dunque respinto il mandato negoziale proposto dalla commissione Giuridica (Juri in gergo comunitario) il 20 giugno. Di conseguenza, la posizione del Parlamento sarà discussa, emendata e votata nel corso della prossima sessione plenaria del 10-14 settembre, sempre a Strasburgo. Dopo la votazione il relatore Axel Voss (Germania, Ppe) si è detto dispiaciuto per il fatto "che la maggioranza dei deputati non abbia sostenuto la posizione che io e la commissione giuridica abbiamo preparato. Ma ciò fa parte del processo democratico. Torneremo sul tema a settembre con un ulteriore valutazione per cercare di rispondere alle preoccupazioni dei cittadini, aggiornando nel contempo le norme sul diritto d'autore per il moderno ambiente digitale".

Il Regolamento del Parlamento Europeo prevede che se almeno il 10% dei deputati si oppone all'avvio di negoziati con il Consiglio sulla base del testo votato in commissione, si procede a una votazione in plenaria. Martedì, entro la mezzanotte, il numero di deputati necessario ha presentato le proprie obiezioni e la plenaria oggi ha respinto la proposta di avviare i negoziati.

"Perché dovremmo essere contrari a prevenire le violazioni del copyright? - ha detto Voss prima del voto - perché dovremmo essere contrari alla giusta remunerazione dei creativi e dei giornalisti e a costringere queste grandi piattaforme a prendersi maggiori responsabilità?" Una "campagna" contro la riforma del copyright "è stata fatta da Google, Facebook, Amazon, che hanno persino incontrato i figli degli eurodeputati: campagne basate su menzogne, perché non c'è alcuna violazione del diritto degli utenti individuali. Tutti continueranno a postare link, tutti potranno scaricare e caricare contenuti con certezza giuridica", ha aggiunto Voss.

Su Twitter la Ccia, l'associazione che fa lobbying per l'industria hi-tech americana, iscritta all'apposito registro Ue e accusata ieri dall'eurodeputata francese Virginie Rozière (S&D) di essere l'ispiratrice della campagna scatenata contro la riforma del copyright (l'associazione ieri non ha risposto alla richiesta di un commento alle accuse), limita la propria soddisfazione al retweet di Jimmy Wales, fondatore di Wikipedia ("We did it. You did it. Thank you"). Le enciclopedie online sono esplicitamente esentate dagli obblighi, nel testo emendato della direttiva.

In aula, prima del voto, ha parlato anche la relatrice per la commissione Imco (Mercato interno e consumatori), Catherine Stihler (S&D, Regno Unito): "Nella nostra commissione - ha detto - siamo riusciti a raggiungere un ampio compromesso che mette insieme un progresso significativo sul value gap (così viene definita la difficoltà che hanno i produttori di contenuti a monetizzare e a gestire la distribuzione on line dei loro contenuti, ndr), salvaguardando nel contempo i diritti degli utilizzatori di Internet, delle pmi e delle start up". "Mi rammarico profondamente - ha aggiunto l'europarlamentare scozzese - per il fatto che la posizione della commissione Imco non sia stata presa in considerazione e che il testo della commissione Juri non raggiunge l'equilibrio di cui ci sarebbe bisogno. Ci sono reali preoccupazioni circa l'effetto dell'articolo 13 sulla libertà di espressione, sollevate da esperti che vanno dal relatore speciale delle Nazioni Unite all'inventore del World Wide Web, Sir Tim Berners Lee. Ci sono preoccupazioni dei nostri cittadini: giusto ieri ho ricevuto una petizione firmata da quasi un milione di persone contro il mandato".

"Sebbene ci sia consenso sugli obiettivi che sottendono questa legge, enormi controversie esistono ancora sui metodi proposti. Qualcosa non va qui. Serve un ampio dibattito. Vi chiedo di rifiutare di dare a questa legge un percorso rapido, per permettere un dibattito ampio e basato sui fatti in settembre. Per favore, rifiutate il mandato e votate contro la proposta della commissione Juri", ha concluso la Stihler. Gli eurodeputati l'hanno ascoltata e le decisioni vengono rinviate a settembre.

Soddisfatto il ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro Luigi Di Maio. ''Oggi è un giorno importante, il segno tangibile che finalmente qualcosa sta cambiando anche a livello di Parlamento europeo'', ha detto. ''La seduta plenaria di Strasburgo ha rigettato il mandato sul copyright al relatore Axel Voss smontando l'impianto della direttiva bavaglio. La proposta della Commissione europea ritorna dunque al mittente rimanendo lettera morta, il segnale è chiaro: nessuno - sottolinea - si deve permettere di silenziare la rete e distruggere le incredibili potenzialità che offre in termini di libertà d'espressione e sviluppo economico''.

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