"Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ci sono 23 miliardi per le infrastrutture ferroviarie e altri 13 miliardi nel piano complementare, quindi somme molto importanti". Ospite di Sportello Italia, in onda su Rai Radio Uno, Pietro Salini, Ceo della multinazionale delle infrastrutture Webuild, commenta le prospettive collegate al Pnrr. "In un momento come questo, in cui serve chiederci "Quando si comincia?" bisogna anticipare i tempi - ha detto Salini - non possiamo aspettare i tempi dell'Europa, i tempi della burocrazia. Dobbiamo in qualche modo finanziare questo sforzo, essere pratici e fare partire il lavoro anticipando il più possibile gli effetti positivi del Piano, cercando di recuperare il tempo che ci manca per prendere i soldi dall'Europa: il Tesoro deve fare uno sforzo".
Per Salini, "la vera sfida, in un paese pieno di leggi, leggine, regolamenti e una burocrazia non sempre efficientissima, è quella di tradurre questo piano, questa idea di rilancio del paese in concretezza, in stipendi, in lavoro per le piccole imprese e le persone. Dobbiamo fare tutti un grande sforzo perché questo significhi futuro per i ragazzi".
Alla domanda se veda più collegato il Pnrr a grandi opere o a tante piccole opere, Salini ha risposto: "Io vedo più dei disegni generali affidati a dei capi commessa che possano trasferire il lavoro nel concreto più che lo Stato capace di lanciare migliaia di piccole operazioni perché rende più macchinoso il ruolo della burocrazia".