L'UN Global Compact dell'ONU presenta un tool che permette alle aziende di verificare gli stipendi in modo che siano realmente in grado di soddisfare i bisogni primari dei lavoratori
Il tema del lavoro dignitoso e dei salari minimi sono centrali nell'Agenda 2030 dell'ONU per lo sviluppo sostenibile. D'altronde, sembra piuttosto evidente che la questione sia centrale nello sviluppo di un'economia mondiale sempre più inclusiva. Questo perché il salario dignitoso se da un lato crea vantaggi per i lavoratori, riducendo le disuguaglianze e accrescendo il loro potere d'acquisto, dall'altro stimola l'economia, la crescita e la nascita di nuove imprese sostenibili che a loro volta saranno in grado di creare nuovi posti di lavoro a condizioni migliori. A conti fatti, però, la questione è stata non di rado trascurata dalle politiche internazionali e il salario di sussistenza è stato al centro di dibattiti politici piuttosto accesi, specie con riferimento allo sfruttamento della manodopera dei paesi in via di sviluppo a cui, spesso, non viene garantito un lavoro dignitoso. Per porre un rimedio a tale situazione, l'UN Global Compact, l'iniziativa promossa dalle Nazioni Unite per stimolare le imprese ad adottare politiche sostenibili e a seguire pratiche responsabili, ha presentato uno strumento che permette alle aziende di valutare il livello dei salari e garantire che questi siano in grado di soddisfare i bisogni primari dei lavoratori e delle loro famiglie. Lo strumento in questione si chiama Living Wage Analysis Tool (LWAT) e supporta le imprese nell'individuare le best practice da intraprendere per verificare le condizioni di lavoro dei propri dipendenti e assicurarsi che le comunità impattate dall'attività dell'impresa vivano in modo dignitoso. In particolare, lo strumento elaborato da UN Global Compact è ispirato ad un approccio alla sostenibilità incentrato sulle persone, specie quelle più vulnerabili ed è funzionale al raggiungimento di diversi obiettivi del SDG, Sustainable Development Goals: "Povertà zero", "Lavoro dignitoso e crescita economica", "Parità di genere", "Riduzione delle disuguaglianze". Il LWAT è un tool disponibile online a titolo gratuito per tutte le imprese private che siano intenzionate a valutare i propri attuali programmi e le politiche del lavoro, evidenziando le aree in cui poter migliorare, in modo da definire più chiaramente gli obiettivi aziendali futuri in ottica di sostenibilità sociale ed economica.
L'utilizzo del nuovo strumento LWAT, secondo quanto dichiarato dall'ONU durante la presentazione del tool stesso, avrebbe più d'un aspetto positivo per le imprese. A cominciare dal miglioramento delle prestazioni dell'azienda stessa che potrebbe contare su una forza lavoro più motivata e produttiva grazie a politiche retributive al rialzo. Inoltre, l'applicazione dei salari di sussistenza contribuirebbe a rendere più trasparente e resiliente la catena di approvvigionamento, con una conseguente maggiore stabilità della catena del valore e una gestione più efficace dei rischi. Senza contare che intraprendere un percorso aziendale di contrasto attivo contro la povertà e le disuguaglianze produrrebbe un ritorno positivo sulla reputazione e l'immagine dell'azienda nei consumatori e negli investitori.
Secondo quanto diffuso dall'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), nel 2019 nel mondo oltre 630 milioni di lavoratori non percepivano uno stipendio minimo e quindi vivevano in condizione di povertà estrema o moderata. Un dato che in percentuale si traduce nel 19% circa di tutti gli occupati del mondo. Una situazione ulteriormente aggravata nel 2020 con la pandemia di Covid-19 che di fatto ha portato ad una generale riduzione dei salari in diversi settori. Sempre secondo i dati ILO, due terzi dei Paesi del mondo hanno infatti registrato in quel periodo un ribasso sul tasso di crescita dei salari medi.