Il colosso del mercato europeo Bolton Food, primo in Italia con il marchio Rio Mare, prende impegni chiari e ambiziosi per ridurre gli impatti ambientali della pesca al tonno che finisce nei propri prodotti. "Oggi è un giorno importante per migliaia di consumatori che per anni hanno chiesto alle aziende di scegliere di stare dalla parte del mare", dichiara Giorgia Monti, responsabile della Campagna mare di Greenpeace Italia.
"Siamo molto soddisfatti che Rio Mare abbia finalmente deciso di accettare la sfida e prendere impegni ambiziosi per ridurre l’utilizzo dei metodi di pesca più dannosi - continua Monti - Solo un anno fa un altro colosso mondiale Thai Union prendeva impegni importanti nella stessa direzione. Adesso solo chi farà seguire alle parole i fatti diventerà davvero l’azienda di tonno più sostenibile al mondo".
Rio Mare rende pubblici oggi le sfide che l’azienda ha deciso di affrontare. Da un lato il 50 per cento del suo tonno sarà pescato con i metodi di pesca a più basso impatto ambientale, primo tra tutti la pesca a canna, dall’altro l’azienda si impegna a diminuire finalmente la sua dipendenza dai metodi di pesca più distruttivi, imponendo chiari limiti ai pescherecci da cui si rifornisce all’utilizzo di Sistemi di Aggregazione per pesci, i FAD (Fish Aggregating devices).
Il numero di FAD è ormai fuori controllo: il loro uso smodato da parte di flotte sempre più industrializzate sta svuotando i nostri oceani, causando la morte di migliaia di animali in pericolo. Questi impegni sono una vittoria a cui Greenpeace lavora da otto anni, quando ha pubblicato per la prima volta la classifica “Rompiscatole” in cui Rio Mare occupava uno degli ultimi posti, non avendo nemmeno una politica aziendale sulla sostenibilità.
Grazie a un percorso a volte lento e fatto di impegni presi a metà ma anche marcato da passi importanti, come il lancio di linee con tonno pescato a canna sui più importanti mercati europei, Bolton Food oggi decide di fare una scelta decisa e coraggiosa per fermare la pesca che distrugge i nostri mari.
"Questi importanti risultati sono il frutto di un approccio serio e determinato alla sostenibilità iniziato nel 2009 con la fondazione dell’International Seafood Sustainability Foundation (ISSF) e rafforzatosi negli anni grazie anche a un dialogo costante con le principali associazioni ambientaliste, tra le quali Greenpeace, con cui ci confrontiamo da anni in un approccio aperto e condiviso alla responsabilità sociale della nostra azienda", afferma Luciano Pirovano, Sustainable Development Director di Bolton Food.
"Una strategia - aggiunge Pirovano -che si è tradotta in una serie di azioni concrete quali lo sviluppo di metodi di pesca sempre più selettivi e impegni stringenti volti a migliorare la gestione dei FAD. Attraverso il nostro impegno siamo fiduciosi di poter promuovere una positiva trasformazione di tutto il settore del tonno verso migliori standard di sostenibilità”.
Il mercato mondiale del tonno in scatola sta finalmente cambiando, fa sapere Greenpeace, spingendo l’industria verso una pesca più sostenibile: in questo processo inarrestabile il resto del settore del tonno in scatola in Italia non potrà fare a meno di rispondere alle esigenze di consumatori sempre più attenti a scegliere prodotti che non li rendano complici ignari della distruzione dei nostri mari.