Inaugurazione della mostra al Vittoriano il 20 gennaio e apertura al pubblico fino al 28 febbraio
"Il progetto della mostra fotografica Roma Silenziosa Bellezza si riannoda a uno dei dibattiti più intensi di questo momento storico, laddove entra nel vivo del ruolo delle città, Roma naturalmente compresa. Gli interrogativi, numerosi e importanti, spaziano dalla questione dei trasporti alla relazione tra presunti centri e presunte periferie". Così Edith Gabrielli, direttrice generale del Vive - Vittoriano e Palazzo Venezia, che assieme a Webuild, gruppo multinazionale italiano che opera nel settore delle costruzioni e dell'ingegneria ha organizzato nella sala Zanardelli del Vittoriano, dal 20 gennaio al 28 febbraio 2023, la mostra fotografica intitolata 'Roma Silenziosa Bellezza'.
Nella introduzione al catalogo della mostra, la Gabrielli chiarisce: "Il Vive si è mosso fin dalla sua attivazione, nel novembre 2020, lungo alcune linee d’azione precise. La prima consiste nel rilancio dell’area di piazza Venezia, così da renderla meglio vivibile. Da un lato gli stessi Palazzo Venezia e Vittoriano hanno migliorato e stanno migliorando la propria accoglienza. Dall’altro l’istituto ha speso energie ragguardevoli per lavorare di concerto con soggetti pubblici e privati della zona. Il Vive- aggiunge - ha premuto poi a fondo sul pedale della ricerca. Di qui, fra l’altro, i numerosi progetti di restauro, le borse di dottorato o, ancora, la catalogazione sistematica delle opere custodite al proprio interno".
"Ricerca significa anche trasferire al pubblico i risultati: ecco spiegate le attività educative inclusive rivolte a tutti, compresi adulti, famiglie e diversamente abili- si legge ancora - o i cicli di conferenze, le une e le altre in grado di calamitare migliaia di interessati uditori". E ha aggiunto Edith Gabrielli: “Da sé, queste poche righe spiegano come mai il Vive abbia deciso di collaborare alla realizzazione della mostra Roma Silenziosa Bellezza". La mostra, a dire della Gabrielli, è "capace di tenere unita l’impegno scientifico con la capacità di attrarre il pubblico".
Le inquadrature, poi "spalancano gli occhi degli spettatori verso luoghi estremamente celebri e li collocano sotto una luce diversa, per molti aspetti inedita, anche grazie alla modalità immersiva". E conclude: "La collaborazione tra il Vive e Webuild rappresenta insomma una concreta possibilità di mantenere in equilibrio, nel segno dell’arte e della cultura, il rispetto verso le istituzioni repubblicane e lo spirito d’iniziativa privata".