Lettera non vincolante di Fiat Chrysler Automobiles alla casa francese per "un'aggregazione delle rispettive attività nella forma della fusione". Sinergie per 5 miliardi, nessuna chiusura stabilimenti. Elkann: "Creeremo terzo gruppo al mondo". Il giudizio di Moody's
"Abbiamo voluto agire con coraggio come nel 2009". E' quanto ha detto John Elkann, presidente di Fca, a margine di un evento in Università Bocconi a Milano, nel giorno in cui l'azienda ha inviato al cda di Renault una lettera non vincolante , proponendo "una aggregazione delle rispettive attività nella forma della fusione 50/50". "Queste operazioni si possono fare, sono benefiche, non hanno nessuno impatto, non ci sono chiusure di stabilimenti - ha detto il presidente di Fca -. Al contrario l'Italia e tutti gli altri Paesi avranno grandi benefici se questa opportunità andrà avanti". "Con Renault creeremo il terzo più grande produttore auto al mondo e con il partner giapponese il più grande".
Dalla fusione tra Fca e Renault nascerebbe una società detenuta al 50% dagli azionisti di Fca e al 50% dagli azionisti di Renault, con struttura di governance paritetica e una maggioranza di consiglieri indipendenti. In particolare, si legge nella nota, "gli azionisti di ciascuna società riceverebbero una quota azionaria equivalente nella società risultante dalla fusione". Il cda della nuova società sarebbe inizialmente composto da 11 membri con una maggioranza di consiglieri indipendenti e con un numero uguale di consiglieri, 4 ciascuna, in rappresentanza di Fca e Renault e uno designato da Nissan. La società capogruppo sarà quotata alla Borsa di Milano, di Parigi e di New York. "I benefici derivanti dalla combinazione delle due attività sarebbero condivise rispettivamente al 50% dagli attuali azionisti di Fca e di Renault", prosegue la nota che continua "prima che l'operazione sia completata per attenuare la disparità dei valori sul mercato azionario, gli azionisti Fca riceverebbero anche un dividendo di 2,5 miliardi di euro. Inoltre, prima del completamento dell'operazione sarebbero distribuite agli azionisti di Fca le azioni Comau o un dividendo aggiuntivo di 250 milioni di euro se lo spin-off di Comau non dovesse avere corso".
La fusione tra il gruppo italo-americano e quello francese porterà alla nascita del terzo più grande Original Equipment Manufacturer (Oem). Con 8,7 milioni di veicoli venduti. Inoltre, la società che nascerà diventerebbe un leader mondiale nel settore automobilistico in rapida evoluzione con un forte posizionamento nelle nuove tecnologie inclusi i veicoli elettrici e quelli a guida autonoma, si legge ancora nella nota. "L'aggregazione delle attività metterà insieme punti di forza complementari - spiega la nota - e creerebbe un portafoglio marchi che fornirà una copertura completa del mercato con una presenza in tutti i segmenti chiave dai marchi di lusso e premium, come Maserati e Alfa Romeo ai forti marchi access come Dacia e Lada e includerebbe i ben noti marchi Fiat, Renault, Jeep e Ram così come i veicoli commerciali". Ricordando che Renault ha una forte presenza in Europa, Russia, Africa e Medio Oriente, mentre Fca è posizionata in modo unico nei segmenti ad alto margine in Nord America ed è un leader di mercato in America Latina.
"Il governo francese è favorevole" al progetto di fusione proposto da Fca a Renault. "Ovviamente bisogna vedere le condizioni nelle quali questo progetto si realizzerà che dovrà essere favorevole per lo sviluppo economico e industriale di Renault sia favorevole ai dipendenti" della casa automobilistica francese. "E' una discussione che avremo, anche in quanto azionisti di Renault" (lo Stato francese detiene circa il 15%), ha detto ai microfoni della radio francese 'Rmc' il portavoce dell'esecutivo francese, Sibeth Ndiaye. Il ministro dell'Economia francese, Bruno Le Maire, rileva Ndiaye, "ha incontrato la settimana il numero uno di Renault, Jean-Dominique Senart per discutere con lui di questo progetto di fusione". Il governo francese, quindi, aggiunge, "è favorevole ad un progetto importante che testimonia della nostra capacità a rispondere alle sfide legate alla sovranità economica europea e francese in un contesto di globalizzazione dove ci sono colossi che sono stati creati al di fuori dall'Europa: oggi abbiamo bisogno di colossi che si costruiscono anche in Europa".
"Se la fusione dovesse andare avanti, penso che per Fca e Renault sia importante far salire a bordo Nissan" sottolinea all'Adnkronos Calum MacRae, responsabile automotive della società di ricerca e consulenza Global Data. "Altrimenti, il gruppo che nascerebbe sarebbe squilibrato come uno sgabello a due gambe, con una forte presenza in Europa e Nord America, ma quasi assente in Asia".
"Il dilemma è se questa integrazione possa funzionare" fa notare, parlando con l'Adnkronos Matthias Hellstern, analista dell'agenzia di rating Moody's. "Sarà comunque una grande sfida perché entrambi i gruppi puntano fondamentalmente sugli stessi clienti e non hanno un forte marchio premium", perché "Alfa Romeo e Maserati non sono ancora concorrenti reali" dei marchi di lusso globali, come Audi, Mercedes e BMW.