Inviato il nuovo piano industriale per l'ex Ilva al governo. Fiom: "Crisi Covid non c'entra". Sindaco Taranto: "Governo ci convochi". Patuanelli: "Tagli inaccettabili, se Mittal vuole lasciare lasci"
ArcelorMittal Italia ha inviato al governo, a quanto apprende l'Adnkronos, il nuovo piano industriale 2020-2025 per gli stabilimenti dell'ex gruppo Ilva. Lo slittamento del termine per la presentazione del nuovo piano quinquennale era stato concordato con il ministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli, nel corso dell'ultima call conference del 25 maggio dopo la firma nel marzo scorso dell'accordo tra Arcelor Mittal e Commissari Ilva in As con cui era stato modificato il contratto di affitto e d'acquisizione del polo siderurgico.
IL PIANO - Saranno poco più di 3mila, circa 3.200-3.300, i lavoratori in esubero negli stabilimenti dell'ex gruppo Ilva tra il 2020 e il 2025; si assesterà invece a 6 milioni di tonnellate la produzione prevista almeno fino al 2023; e sarà confermato lo sviluppo del green carbon, il carbone verde che prevede la costruzione di forni elettrici e degli impianti di pre-ridotto. Sono questi, a quanto apprende l'Adnkronos, alcuni tra i numeri più importanti contenuti nel nuovo piano industriale.
L'occupazione tornerà comunque a quota 10.500 lavoratori (i lavoratori in forza negli impianti ex Ilva) a fine piano, nel 2026. Tornando alla produzione il contingentamento a 6mln di tonnellate di produzione di acciaio all'anno durerà, dice il dossier inviato oggi al Mise, fino al 2023 come previsto dalla normativa ambientale. Un volume che è previsto aumentare negli anni successivi fino ad arrivare ad 8 mln di tonnellate ma a fine 2025 inizio 2026.
FIOM - “Si apprende che il piano presentato oggi al Governo da ArcelorMittal è sostanzialmente lo stesso di cui si parla da quasi un anno con il cambio della direzione; con le aggravanti dell’ulteriore rinvio degli investimenti per il revamping dell’Afo 5 e del blocco del piano ambientale". Così il leader Fiom, Francesca Re David commenta le indiscrezioni sul nuovo piano industriale.
"Quindi la crisi determinata dalla pandemia del Covid-19 non c’entra assolutamente nulla. Negli stabilimenti la situazione sta diventando esplosiva per una gestione inadeguata messa in atto dall’azienda. E' inaccettabile qualunque soluzione che smentisca l’accordo che abbiamo fatto che prevedeva zero esuberi. Riteniamo che questo piano sarà giudicato irricevibile anche dal Governo tanto più che adesso lo Stato entrerebbe nella proprietà. È urgentissimo che il Governo convochi i sindacati non a giochi fatti, ma nel pieno della discussione”, conclude.
SINDACO TARANTO - "Siamo al momento allo oscuro del piano di ArcelorMittal, quando avranno la decenza di parlare con la città faremo le nostre valutazioni, anche se non ci aspettiamo nulla di buono, nulla su cui fondare un futuro sostenibile di quella fabbrica. Se i termini della questione sono solo e ancora altiforni, dilazioni, prestiti ed esuberi, proprio non siamo interessati". Così il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, commenta il silenzio del governo intorno al nuovo piano industriale.
"Il Governo ci convochi per l'accordo di programma, prepariamoci insieme seriamente, basta bugie alla comunità e ai lavoratori. Non si sprechi un altro euro pubblico senza una radicale prospettiva verde, costi quel che costi", conclude.