Eni sempre più green. Il colosso energetico guidato da Claudio Descalzi presenta un piano 2021-24 che prevede tra gli altri obiettivi quello della "totale decarbonizzazione di tutti i nostri prodotti e processi entro il 2050". E l'obiettivo del Cane a sei zame è chiaro: "stiamo lavorando per diventare uno dei principali operatori verdi", spiega il numero uno del gruppo illustrando il piano alla comunità finanziaria.
Eni, intervista dell'ad Descalzi all'Adnkronos
Una nuova 'strategy' che prevede la fusione del business delle rinnovabili con il retail del Gas & Power per rafforzare ulteriormente integrazione e sinergie, e allo stesso tempo massimizzare la generazione di valore lungo l’intera catena di energia verde. Questa fusione farà leva sulla già ampia base clienti Eni, in crescita da 11 a 15 milioni, e su un aumento della fornitura di energia da rinnovabili da 4 Gw a 15 Gw rispettivamente al 2024 e al 2030. L’investimento complessivo sarà di 4 miliardi di euro nel corso del piano quadriennale, principalmente legato alle rinnovabili.
Eni, spiega Descalzi, "rimane fortemente impegnata a ricoprire un ruolo chiave nella sostenibilità e nell’innovazione, promuovendo lo sviluppo sociale ed economico in tutte le sue attività". Il piano, aggiunge, "è concreto, dettagliato, economicamente sostenibile e tecnologicamente realizzabile. Inoltre, oggi, annunciamo la fusione dei nostri business delle energie rinnovabili e del retail. Con questa nuova realtà, la nostra già ampia base clienti retail crescerà ulteriormente con l’aumento dell’offerta di energia rinnovabile. La combinazione dei nostri business di bio-raffinazione e marketing, inoltre, darà una forte spinta alla mobilità sostenibile". Allo studio dell'Eni, inoltre, c'è anche la conversione di un'altra raffineria in una bio raffineria: "stiamo studiando la possibilità di un'ulteriore conversione ma stiamo anche discutendo sulla costruzione di un nuovo impianto negli Usa", spiega l'ad del gruppo. "La conversione probabilmente avverrà entro il 2030 perché entro il 2040 puntiamo chiudere le raffinerie tradizionali. Nei prossimi mesi decideremo cosa fare".
Queste iniziative, rileva l'ad di Eni illustrando il piano, "contribuiranno sensibilmente alla decarbonizzazione dei nostri prodotti e avranno un impatto positivo per i nostri clienti. Infine, grazie a una forte disciplina finanziaria e una generazione di cassa resiliente, siamo in grado di incrementare la nostra politica di remunerazione, in linea con lo sviluppo strategico del nostro piano". Migliora infatti la politica di remunerazione che prevede un dividend floor di 0,36 euro per azione con un prezzo del Brent di 43 dollari al barile, inferiore di 2 dollari rispetto al precedente, per poi aumentare con una percentuale crescente tra 30 e 45% del Free Cash Flow incrementale generato da uno scenario compreso tra i 43 e i 65 dollari. Complessivamente, il dividendo cresce di circa l’8% rispetto alla precedente politica di remunerazione.
Per quanto riguarda la produzione, nell'arco del piano, crescerà a una media di circa 4% all’anno, principalmente in maniera organica. Per il 2021, un anno di transizione prima della piena ripresa dal Covid-19, la produzione si conferma a circa 1,7 milioni di barili di olio equivalente/giorno (boe/g). Durante il quadriennio, saranno completati 14 grandi progetti, che rappresenteranno oltre il 70% della nuova produzione. Questi progetti sono localizzati in Angola, Indonesia, Messico, Mozambico, Norvegia ed Emirati Arabi Uniti.