"Il cda di Eni ha discusso, approfondito e approvato le strategie della società ed esprime grande soddisfazione per i risultati raggiunti nel 2018 innanzitutto dal punto di vista della resilienza finanziaria. Abbiamo inoltre rafforzato la nostra eccellenza nell’esplorazione e il nostro modello operativo nell’upstream. Oggi tutti nostri business sono in equilibrio, capaci di generare cassa anche in scenari congiunturali difficili". Così il presidente di Eni, Emma Marcegaglia, nel corso del suo intervento all’Assemblea degli azionisti dell’Eni.
"Abbiamo implementato una forte strategia di riposizionamento geografico nell’upstream, rafforzando la nostra posizione in Norvegia, Indonesia, Messico e soprattutto entrando in Medio Oriente dove siamo diventati i principali partner tecnologici nei vari paesi", ha detto Marcegaglia.
Inoltre il Cda di Eni "sta approfondendo due possibili innovazioni" al sistema di corporate governance, "tenendo presenti anche le esperienze internazionali: lo staggered board e il sistema monistico di amministrazione e controllo", ha spiegato poi il presidente di Eni, sottolineando che "prima della fase propositiva" è in corso un dibattito anche con gli azionisti su questi due punti.
"Lo staggered board, già incluso tra le proposte di governance avanzate da Eni nel 2011, - ha sottolineato – consente la scadenza differenziata degli amministratori, assicurando in tal modo la conservazione delle competenze e delle esperienze maturate nel tempo, che possono essere compromesse dal rinnovo integrale dell’organo di amministrazione, specie in società complesse come Eni. E’ inoltre il metodo di rinnovo degli amministratori adottato da molte imprese internazionali".
Il sistema monistico, nel quale, ricorda Marcegaglia, "l’organo di controllo è un’articolazione del Cda, è oggetto di attenzione sia perché è il sistema più simile a quello delle altre compagnie e quindi più facilmente comprensibile dal mercato, sia perché appare più efficiente, integrando i controlli nella gestione e razionalizzandoli. E’ necessario a tal fine un cambiamento culturale sul concetto di controllo, da vedere maggiormente legato alla gestione aziendale, in tutto il suo ciclo, dalla pianificazione strategica alla fase di attuazione".
E’ un sistema, aggiunge Marcegaglia, "che può funzionare bene in società, come Eni, dotate di strutture interne di controllo molto forti, mentre potrebbe presentare criticità in società meno strutturate da questo punto di vista". Per l’adozione del modello monistico, aggiunge, "ci sono ancora aspetti da approfondire e alcune criticità da risolvere, legate alla scarna disciplina normativa e alla ridotta esperienza applicativa nel nostro paese".