Con "risultati eccezionali" l'ebit di Poste Italiane "è un massimo storico che ha più che raddoppiato quello del 2017 e con un aumento del 24%" sullo scorso anno. A rilevarlo l'Ad del gruppo Matteo del Fante in call con gli analisti sui conti del bilancio 2022 con il quale per Poste Italiane "si è chiuso il ciclo che era iniziato quando nel febbraio 2018 avevamo annunciato il primo nostro piano, 'Back to the future' con questo cda che si è insediato nel maggio 2017", spiega ancora in un incontro con i giornalisti. Per il margine operativo "avevamo detto a fine 2022 che sarebbe stato di 1,8 mld: nel bilancio approvato è a 2,3 mld quindi siamo andati ben oltre l'obiettivo. Abbiamo dato indicazione per il 2023 che sarà a 2,5 mld". Del Fante ha ricordato che è piu' che raddoppiato il volume dei pacchi , sul fronte dei servizi finanziari "siamo cresciuti e - ha detto - abbiamo chiuso con 5,8 mld di ricavi bancoposta, con i capital gain ridotti di 200 mln circa".
Poste Italiane ha alzato la guidance 2023 del dividendo per azione rivisto al rialzo a 0,71 euro (+9% su base annua) limitandosi appunto a quest'anno perchè, come spiegato dall'Ad "rispetto al nuovo cda diamo indicazioni minime, sappiamo che ci sarà un nuovo consiglio e non abbiamo preso impegni oltre quest'anno". Rispondendo a una domanda, ha spiegato "noi per il 2023 abbiamo dato la guidance a cui è legato il budget, poi abbiamo detto più tardi nell' anno ci sarà un nuovo piano che darà certezza agli investitori". Il nuovo cda della società sarà nominato dall'assemblea degli azionisti in programma a maggio.
Poste Italiane ha chiuso l'anno con un risultato operativo (Ebit) a livelli record, con un aumento del 24,1% su anno a 2,3 miliardi di euro, pari a più del doppio del livello del 2017 di 1,1 miliardi. I ricavi totali sono stati pari a 11,9 miliardi, con un aumento del 6%. L'utile netto si è attestato a 1,51 miliardi, in calo del 4,3% su base annua rispetto al 2021, pari al doppio del livello del 2017 che si attestava a 0,7 miliardi. La proposta di dividendo è stata rivista al rialzo nel 2022 a 0,65 euro (+10%). Nel dettaglio, i ricavi da corrispondenza, pacchi e distribuzione sono stati pari a 3,7 miliardi di euro, in calo dell’1,2% su base annua. I ricavi dei servizi assicurativi sono stati pari a 2,2 miliardi, in crescita del 15,7% su base annua. La raccolta netta si è invece attestata a 7,6 miliardi (-5,8% su anno), con una crescita dei premi lordi in tutte le linee di prodotto del comparto assicurativo danni pari al 23,0% a 392 milioni. I ricavi da pagamenti e mobile sono stati pari a 1,1 miliardi, in crescita del 30,0% su base annua.
Con il percorso di Poste Italiane del 2022 "possiamo vedere il successo della nostra trasformazione, di una diversa organizzazione in una azienda piattaforma che ha più che raddoppiato la redditività con un ebit a livelli record, con un aumento del 24,1% su anno a 2,3 miliardi di euro, quale effetto combinato di qualità e quantità dei ricavi e una disciplina dei costi sfidante" sottolinea ancora Del Fante che ha anche ricordato che "circa 7mila uffici postali dei piccoli comuni saranno trasformati in hub digitali e fisici semplificando la vita degli italiani".
Dal 2017 alla fine del 2023 Poste "avrà distribuito agli azionisti quasi 5 miliardi di euro di dividendi" dice ancora il manager. "Il nuovo dividend per share 2022 è aumentato del 10% anno su anno, puntiamo a 71 centesimi del 2023 che coincide con un pay out ratio di quasi il 60% tra il 2022 e il 2023" ha detto. E, ancora, il gruppo è sbarcato nel settore energia con l’offerta luce e gas con una buona partenza: "in 4 mesi abbiamo toccato più di 150mila contratti, siamo sulla buona strada per superare i 300mila contratti a fine anno".
Infine, nessun coinvolgimento di Poste Italiane è alle viste per quanto attiene la piattaforma sui crediti bloccati del superbonus: "non siamo coinvolti nè interessati" risponde in conferenza stampa il condirettore generale del gruppo Giuseppe Lasco. "Noi - spiega- compensiamo con nostri oneri fiscali. Siamo assolutamente pronti per ripartire - aggiunge - laddove ci sia condivisione con il governo" anche "perchè tecnicamente la nostra attività - spiega - è diretta nei confronti dei privati, delle famiglie e anche nel passato per il 97% i crediti acquistati erano di persone fisiche".