"Vogliamo lavorare per ottimizzare l'utilizzo delle risorse pubbliche stanziate facendo sinergia fra gli strumenti finanziari di cui disponiamo a sostegno soprattutto dei Workers Buyout, con i fondi regionali di promozione cooperativa, o altre misure nazionali come il sostegno dell'economia sociale -ad esempio delle aziende confiscate alla criminalità organizzata - per poter mettere a disposizione più risorse e più opportunità". Ad affermarlo è l'amministratore delegato di Cooperazione Finanza Impresa, Camillo De Berardinis, al termine dell'Assemblea straordinaria dei soci di Cfi, riunitasi oggi a Roma, che ha dato il via libera alla fusione fra Cfi e Soficoop.
Parlando dell'attività del triennio del Cfi 2016-2018, De Berardinis sottolinea che "è stata abbastanza intensa". L'ad riferisce che nel triennio sono stati "realizzati 115 interventi prevalentemente in progetti di Workers Buyout ma anche a sostegno di cooperative sociali e di processi di ristrutturazione di imprese già esistenti". Ad oggi, continua l'ad di Cooperazione Finanza Impresa, "Cfi complessivamente ha 60 milioni di euro investiti in questi progetti e 139 cooperative partecipate".
Uno degli aspetti "importanti sul piano gestionale su cui Cfi ha lavorato è stato anche migliorare la protezione interventi, cioè -spiega De Berardinis- il profilo di rischio degli interventi a tutela delle risorse che il Mise ci ha affidato portando la copertura dal 37% di quattro anni fa al 48% del 2019". "Proseguiremo su questa strada perchè riteniamo importante la continuità dei nostri interventi in imprese che poi si rivelano di successo" assicura infine il manager.