"La pressione fiscale aumenta leggermente, probabilmente di uno 0,1, poi vedremo la legge di bilancio. Ma bisogna capire che nel cosiddetto tendenziale, cioè nell'andamento della finanza pubblica prima della legge di bilancio, le tasse tendevano a scendere perché erano stati presi provvedimenti in passato con pieno effetto nel 2020, quindi le tasse aggiunte in manovra compensano la riduzione che ci sarebbe stata altrimenti". Ad affermarlo è Carlo Cottarelli a Circo Massimo, su Radio Capital, intervistato da Massimo Giannini e Oscar Giannino. "Sono comunque nuove tasse. Quindi, a chi chiede come mai nella manovra ci sono una decina di miliardi di nuove tasse e la pressione fiscale non aumenta, si risponde che c'era già un tendenziale in riduzione", aggiunge.
"Una delle grandi capacità della politica - rileva - è presentare mancati aumenti delle tasse e venderli, senza che un giornalista se non uno su dieci li interrompa, come taglio delle tasse per poi introdurre tasse aggiuntive. Com'è che in Italia si può procedere così nel dibattito pubblico?", chiede Giannino a Cottarelli. "Credo che spetterebbe anche a chi conduce certe trasmissioni a far presente la cosa", risponde l'economista. "Io nei talk show ci vado: ci sono 7-8 persone intorno a un tavolo, hai 30 secondi per spiegare, uno dice una cosa che non è vera e non c'è modo di smentirlo. Toccherebbe alla persona che dirige il dibattito dire che la cosa è sbagliata, e invece non viene fatto".
In audizione in commissione bilancio alla Camera, il ministro dell'Economia Gualtieri ha parlato di quasi di 35 miliardi di risparmi della spesa per gli interessi, nei prossimi tre anni, dovuti al basso livello dello spread grazie al recupero di credibilità del governo: "Potrebbe essere quello l'ordine di grandezza ma vuol dire che lo spread rimane basso. Negli ultimi giorni è tornato a salire, speriamo rimanga basso", chiarisce Cottarelli.
"Se percepisco un recupero di credibilità? Con il cambiamento di governo - sottolinea -c'è stata la percezione che questo governo nuovo non avrebbe fatto le cose rischiose che si sarebbero fatte se si fosse andati a elezioni. Salvini, che adesso lo dice un po' meno, all'epoca parlava di aumento del deficit, della flat tax, di scontro aperto con Bruxelles: il rischio di questo scenario al momento è sparito e questo ha fatto scendere lo spread. È stata certo una conseguenza dello sviluppo politico. Ma bisogna vedere quello che succede da qui in avanti. E, anche in una situazione in cui non siamo causa di una crisi, rimaniamo esposti a quello che succede nel resto del mondo, perché i problemi strutturali restano. Abbiamo il secondo debito pubblico d'Europa e una crescita persistentemente bassa: è chiaro che se c'è uno scossone a livello internazionale rimaniamo in prima linea in un possibile attacco speculativo, e questo ci rende deboli".
"Questa debolezza ed esposizione a rischio", continua, "non è qualcosa che ha un danno se il rischio si materializza: è una specie di Spada di Damocle, e le spade di Damocle non fanno bene. Quello di cui hanno bisogno gli investitori per fare investimenti è sicurezza. Quindi c'è un effetto anche sulla crescita. Ma il fatto che esiste una relazione tra un livello di debito pubblico e una crescita bassa nel lungo periodo è una cosa che tanti studi econometrici dimostrano in modo abbastanza chiaro", conclude.