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Carrefour, Bouchard il canadese 're' dei minimarket che fa 'tremare' la Francia

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14 gennaio 2021 | 19.45
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I minimarket all'assalto del gigante degli ipermercati. La Francia 'trema' in queste ore dopo l'annuncio di un'offerta da oltre 16 miliardi di euro del gruppo canadese Couche-Tard per Carrefour, il gigante della grande distribuzione alimentare francese che possiede oltre 12 mila punti di vendita e occupa 320 mila dipendenti. Il Governo francese, che ha già alzato le barricate sostenendo che "c'è in gioco la sovranità alimentare del Paese", potrebbe porre il veto ad un'operazione che per il momento è stata definita "amichevole" da parte del gruppo canadese guidato da Alain Bouchard.

La storia di Couche-Tard è la storia di un self made man quebecchese, Alain Bouchard, 71 anni, che all'inizio degli anni 80 ha iniziato a costruire un impero che oggi detiene 14 mila punti di vendita (9.200 negli Usa e 2.700 in Europa) e nel 2019 ha registrato un fatturato pari a circa 48 miliardi euro. La storia di Bouchard, racconta 'Le Monde', inizia sviluppando il concetto dei 'minimarket' nati in Quebec negli anni '60. Negozi che vendevano prodotti alimentari di base, giornali e tabacchi particolarmente adatti per un paese gigantesco come quello canadese. "Qualche anno dopo l'inizio della sua avventura Bouchard aggiunge ai suoi minimarket aperti 24 ore su 24 la vendita di carburante facendo dei suoi negozi un servizio praticamente essenziale".

Bouchard ha iniziato la sua carriera proprio lavorando in un minimarket come impiegando e seguendo corsi serali nella business school Hec di Montreal. A 24 anni viene assunto come direttore per lo sviluppo dal gruppo canadese di minimarket Provi-Soir ma rapidamente decide un percorso 'stand alone' acquistando, sempre in Quebec, a Blainville un minimarket. E' l'inizio di una formidabile cavalcata che lo porterà a rilevare nel 1985 Couche-Tard e i suoi undici minimarket. Dopo la quotazione della società alla borsa di Toronto, Bouchard rilevare successivamente anche Perrette e Provi-Soir.

Nel 1999 con l'acquisto di Silcorp Limited, che possiede 980 punti di vendita in Ontario, supera i confini del Quebec. Nel 2003 rileva Circle K Corporation a New York che permette a Couche-Tard di raddoppiare i suoi punti di vendita e fa il suo ingresso anche nel settore della ristorazione rilevando Dunkin' Donuts in Quebec per 25 milioni di dollari. Nel 2012 il gruppo si affaccia in Europa rilevando i minimarket e le stazioni di servizio di Statoil Fuel and Retail per circa 2,8 miliardi di dollari. Nel 2017 il gruppo rileva il gruppo Usa Cst Brands per 4,4 miliardi di dollari. Successivamente Couche-Tard punta sull'Asia acquistando nel 2020 i 340 punti di vendita di Circle K Hong Kong per 360 milioni di dollari.

Nel 2020 invece Bouchard, che la stampa canadese nel 2019 sopranominava 'l'uomo che valeva 5 miliardi', deve rinunciare all'acquisizione dei 4 mila punti vendita e stazioni di servizio del gruppo Usa Speedway che viene venduta al gruppo giappone Seven and I Holding e all'acquisizione di Caltex in Australia a causa dell'incertezza legata all'emergenza coronavirus. Attualmente il gruppo Couche-Tard, che ha una capitalizzazione in borsa intorno ai circa 26 miliardi di euro (contro i 15 miliardi per Carrefour) occupa circa 130 mila dipendenti in 27 paesi e nel 2020 ha registrato un utile netto di 2,4 miliardi di dollari.

L'offerta di Couche-Tard per Carrefour intanto ha scatenato numerose reazioni in particolare dal governo francese che si dice contrario a questa operazione. Ieri il ministro dell'Economia Bruno Le Maire ha manifestato senza giri di parole la sua contrarietà all'operazione e a preannunciato un veto all'operazione: "in gioco c'è la sovranità alimentare dei francesi. Non sono favorevole all'idea che Carrefour possa essere acquistato da un concorrente estero", ha detto Le Maire. Oggi è toccato al ministro del Lavoro, Elisabeth Borne confermare la linea dell'esecutivo guidato da Jean Castex: "Sono contraria" a questa operazione. "La strategia di Carrefour è quella di far lavorare i produttori locali, gli agricoltori locali e con la crisi legata all'emergenza coronavirus abbiamo visto quanto questo sia importante. Avere degli approvvigionamenti in sicurezza è molto importante".

A Carrefour, invece, l'atteggiamento sembra più improntato al dialogo. L'offerta non sollecitata ma amichevole, spiegano fonti del gruppo a 'Le Monde', "dimostrano la nostra attrattività". I sindacati che sono stati avvisati dal Ceo di Carrefour Alexandre Bompard hanno confermato "che si tratta di un'offerta amichevole che potrebbe concretizzarsi perché si tratta di un'offerta seria".

Secondo Sylvain Charlebois, professore all'Università Dalhousie in Canada citato dal quotidiano canadese 'Le Devoir', "Carrefour che è importante in Europa soprattutto ha bisogno di rilanciare la sua visione. Couche-Tard potrebbe permettergli di fare quel passo avanti". Per Yan Cimon, professore dell'Università Laval in Canada, "non ci sono così tante opportunità che potrebbero permettere a Couche-Tard di raddoppiare le sue dimensioni. Carrefour potrebbe essere questa opportunità e dare al gruppo un'impronta mondiale. Per Couche-Tard questa acquisizione potrebbe permettergli di diversificare le sue attività".

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