A distanza di oltre 70 anni dalla prima cabina telefonica stradale che in Italia fu installata in piazza San Babila a Milano il 10 febbraio 1952 (allora il concessionario era la Stipel antesignana della Sip) arriverà proprio a iniziare dal capoluogo lombardo la nuova cabina Tim: digitale e multiservizi è destinata a rimpiazzare la tradizionale struttura in metallo e vetro poi divenuta postazione 'aperta' che ha caratterizzato per decenni il paesaggio stradale delle città italiane. Ovviamente il numero delle nuove cabine digitali sarà molto minore di quelle tradizionali che a fine anni '70 arrivarono a quota 33mila, poi cadute in disuso principalmente per l'avvento dei cellulari. Ora Tim ha un piano di dismissione delle vecchie cabine che fa seguito a una Delibera Agcom dello scorso maggio e si prepara al rinnovamento.
Di pari passo con la dismissione, infatti, nel corso dei prossimi mesi a partire da Milano, apprende l'Adnkronos, saranno progressivamente installate circa 450 postazioni e il progetto sarà successivamente esteso ad altre 13 città per un totale di circa 2.500 cabine digitali sul territorio nazionale. Le nuove cabine permetteranno di accedere in modalità touch screen ad una vasta gamma di servizi e contenuti utili. Inoltre ci saranno sensori che consentiranno anche alle persone con disabilità motorie, barriere linguistiche o visive, di accedere alle informazioni e ai servizi digitali. Possibile anche la ricarica degli smartphone, pagamenti digitali e ticketing.
La nuova cabina avrà anche una valenza sociale visto che sarà dotata di un tasto di emergenza con cui sarà possibile chiedere aiuto nel caso di situazioni di pericolo: l'obiettivo è di fornire uno strumento di contrasto agli episodi di violenza nei confronti delle donne o dei fenomeni di microcriminalità.
Il piano di dismissione delle vecchie cabine di Telecom Italia fa seguito alla Delibera dell'Autorità per le comunicazioni che supera l’obbligo della fornitura del Servizio Universale per la telefonia pubblica. La Delibera è in linea con quanto indicato dal Codice delle Comunicazioni elettroniche in recepimento alla Direttiva Europea 2018/1972 e tiene conto dei nuovi modelli di comportamento e di utilizzo dei servizi di telefonia mobile.
A livello nazionale in Italia erano attive su strada circa 16mila postazioni di telefonia pubblica stradale (cabine e cupole), oltre alle postazioni attive in luoghi pubblici e privati ad elevata frequentazione (stazioni aeroporti, stazioni, centri commerciali), presso luoghi di rilevanza sociale (come ospedali, caserme, centri di accoglienza, scuole, ecc.) e alle linee gestite da esercizi commerciali (bar, ristoranti, ecc.). Tim in applicazione della nuova regolamentazione ha avviato la dismissione degli impianti su strada ma dovrà mantenere le postazioni presenti all’interno dei luoghi di rilevanza sociale, come ospedali e strutture sanitarie equivalenti, caserme e nelle carceri oltre alle postazioni prive di copertura radiomobile.
Lo smaltimento delle vecchie cabine, che segue criteri di sostenibilità nel recupero dei materiali, è iniziato in molti Paesi già agli inizi del 2000 a seguito della diffusione dei dispositivi mobili. Il Regno Unito è stato tra i primi a dire addio alle cabine (primi anni del 2000), mentre oltreoceano hanno cominciato a ridisegnarle, trasformandole all’insegna dell’high tech e dell’arte nei luoghi simbolo della Grande Mela, come Times Square. In Europa uno degli ultimi Paesi a dare l’addio alle cabine telefoniche è stata la Francia, nel 2017, e con qualche anno di ritardo la trasformazione arriva in Italia.
Con la nuova cabina Tim mette un altro tassello nel modello di Smart City che grazie alle nuove tecnologie basate sull’Intelligenza Artificiale, 5G e IoT il gruppo si pone l’obiettivo di realizzare per spazi urbani più vivibili, sostenibili e sicuri. La progettazione delle cabine rispetta avanzati standard di sostenibilità (Life cycle thinking) che azzerano completamente l’impronta di carbonio (carbon footprint) attraverso sistemi di compensazione sul territorio locale certificati a livello internazionale. (di Laura Valentini)