"Eravamo partiti molto bene in Italia poi abbiamo perso smalto e velocità sul 5G . Lo smalto iniziale si è un po' perso perché il settore fatica dati gli enormi investimenti richiesti: in generale oggi l'Europa segna un pesantissimo ritardo rispetto agli Stati Uniti e alla Cina". Ad affermarlo l'amministratore delegato di Vodafone Italia Aldo Bisio intervenendo a 5G Italy organizzato dal Cnit. A giudizio di Bisio sarebbe opportuno "intervenire sulla struttura del settore, bisogna permettere una fase di consolidamento che è garanzia di sostenibilità nel tempo; un secondo passo è affrontare la distorsione profonda per cui tutti gli investimenti che dobbiamo fare non vanno a beneficio delle società di telecomunicazioni" e anche questo incide sulla sostenibilità del comparto.
Quanto al tavolo annunciato dal governo per approfondire le tematiche legate alla rete del futuro "se saremo invitati a questo tavolo - risponde Bisio - parteciperemo certamente; abbiamo sempre manifestato disponibilità a poter portare contributi e idee. Noi ci siamo affinché questa nuova fase delle tlc in Italia sulla rete fissa possa dispiegarsi il prima possibile".
Negli ultimi 10 anni il settore delle tlc "ha perso circa 10 miliardi di euro di capacità di autofinanziamento, quindi se nel 2011 il settore generava circa 10 miliardi, nel 2022 praticamente è negativo, con l'aggravante degli ultimi assegni per pagare le aste dello spettro del 5G, circa quattro miliardi e mezzo". "Negli ultimi 10 anni, - ha proseguito - le prime grandi aziende di telecomunicazioni in Europa hanno aumentato il loro debito di circa 120 miliardi. Abbiamo raggiunto una leva di indebitamento importante a livello di settore, che fa sì che quel denaro non sia più disponibile per rifinanziare il 5G".
"Serve intervenire - ha spiegato Bisio - sulla struttura del settore per permettere una fase di progressivo consolidamento, garanzia di sostenibilità nel tempo, e serve una revisione di tutte le regole che in questi anni hanno normato il settore delle telecomunicazioni. Credo che sia opportuno intervenire su una distorsione profonda che fa sì che tutti gli investimenti che noi dobbiamo fare, miliardi e miliardi all'anno, vadano a beneficio dei cosiddetti hyperscalers (operatori Over the Top) senza alcun beneficio per le società di telecomunicazioni. Non è una questione di giusto o ingiusto, ma di sostenibilità. Vuol dire che, continuando così, le infrastrutture non ce la faranno a seguire la domanda di traffico crescente che ancora noi vediamo e serviamo".
"Infine, credo che sia urgente intervenire su temi fiscali, come per esempio l’Iva: esiste una raccomandazione dell'Unione europea che dice di abbassare l'Iva, oggi al 22%, in una forchetta tra il 5 e 10%. È una manovra urgente se vogliamo salvare in qualche modo il settore. Ci sono poi i costi dell’energia, con centinaia e centinaia di milioni di euro che le nostre aziende dovranno pagare l’anno prossimo, a discapito, di nuovo, della nostra possibilità di finanziare gli investimenti che servono", ha concluso.