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1 maggio, le 'ricette' dei sindacati

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01 maggio 2017 | 13.45
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"Basta piangere sulle risorse che non ci sono: si possono tassare le grandi ricchezze. E quando si dice no alla patrimoniale si piangono solo lacrime di coccodrillo". Così il leader Cgil, Susanna Camusso, nel corso del comizio del primo maggio a Portella della Ginestra, torna a sollecitare un intervento fiscale sui grandi patrimoni per fare fronte a un piano straordinario contro l'"altissima" disoccupazione giovanile. Non solo: "Le risorse ci sarebbero - ha aggiunto - se la lotta alla corruzione e all'evasione fiscale fossero davvero una priorità politica. E basta anche con le risorse sparpagliate nei rivoli del consenso delle varie amministrazioni. Queste sono le risorse che servono".

Un grande patto sociale con cui ridare centralità al lavoro e una riforma fiscale che reintroduca l'equità persa da finanziarie con i proventi della lotta all'evasione e alla corruzione. E' Anna Maria Furlan, leader Cisl, a tornare così, dal palco del comizio del primo maggio a Portella della Ginestra, sui temi che il sindacato ha fatto propri da anni. "Serve un grande parto sociale tra tutti gli attori sociali e politici del Paese per rimettere all'ordine del giorno la questione che interessa tutti, il lavoro perché il lavoro significa libertà, eguaglianza, solidarietà e coesione sociale", dice. E poi la riforma fiscale per lavoratori e pensionati: "Serve trovare risorse, certo. Ma ogni anno 150 mld spariscono tra evasione fiscale e contributiva e più di 50 mld vanno in fumo per la corruzione e la mancanza legalità. E' qui che ci sono le risorse per il lavoro, lo sviluppo, la riforma del fisco e un welfare universale", elenca.

E chi dice che il sindacato è inutile è contro il lavoro, aggiunge Furlan. "Non mancano partiti e leader emergenti che invitano i lavoratori a sbarazzarsi dei sindacati, li invitano a fare da soli, e promettono loro fantomatici redditi di cittadinanza che li tuteleranno tutta la vita anche senza lavorare ben sapendo che sono irrealizzabili", dice. "Politici ostili al lavoro e ai lavoratori che si tutelano non con una carità ma con un reddito di inclusione che derivano dal lavoro, perché solo questa è dignità", conclude.

"Basta bonus che oggi ci sono e domani no. La vita dei giovani non è flipper o un gioco a punti. Servono invece certezze e investimenti dovunque, ma soprattuto al Sud perché senza innovazione e ricerca il Paese non supera la crisi". Così il leader Uil, Carmelo Barbagallo, rivolto al governo.

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